Non una panacea contro i mali dell’attualità, ma una serie di proposte concrete, racchiuse in sette punti. Sette proposte che l’Ordine dei Dottori Commercialisti e il Collegio dei Ragionieri Commercialisti hanno voluto rendere pubbliche. Sette (s)punti di riflessione sulla Finanziaria 2011.
di Alessandro Carli
Non una panacea contro i mali dell’attualità, ma una serie di proposte concrete, racchiuse in sette punti. Sette proposte che l’Ordine dei Dottori Commercialisti e il Collegio dei Ragionieri Commercialisti hanno voluto rendere pubbliche. Sette punti di riflessione sulla Finanziaria 2011. E che partono da una base solida: il settore privato non può più sostenere il settore pubblico. Eccoli, nell’ordine, i sette punti.
1) Pressione fiscale. “Siamo preoccupati per l’aumento della pressione fiscale. Presumibilmente le nuove imposte graveranno sulla base imponibile delle imprese e delle attività economiche. Una base imponibile che si sta gradualmente riducendo in conseguenza della crisi economica e delle gravi difficoltà che esistono nell’interscambio tra San Marino e l’Italia”.
2) Nuove imposte. “Avevamo già espresso una serie di perplessità sulla complementare e sull’addizionale IGR. Negli ultimi giorni l’Esecutivo ha apportato alcune modifiche all’impostazione e ha annunciato degli emendamenti sia alla complementare che all’addizionale. Emendamenti che riducono la portata. Nel contempo, il Governo ha reintrodotto lo 0,20% sui servizi in entrata che l’aumento al 20% della ritenuta IGR sui compensi ai non residenti”.
3) Scontro sociale. “Da qualche tempo il Sindacato dei lavoratori sta fomentando i lavoratori dipendenti e l’opinione pubblica contro i lavoratori autonomi. Importanti esponenti sindacali definiscono i lavorati autonomi ‘tutti evasori’. E’ un comportamento mistificatore della realtà”.
4) Equità fiscale. “Al Paese serve equità. Ognuno deve fare la propria parte, contribuendo in base alle proprie capacità a risanare le finanze pubbliche. Lo Stato deve recuperare una nuova base imponibile”.
5) Spesa pubblica. “E’ indispensabile un programma di tagli alla spesa pubblica dal momento che le entrate non possono più coprire le uscite. Non è più possibile mantenere l’attuale livello di spesa, sia in termini di costi del personale che di servizi e di lavori pubblici. La parola d’ordine è: ‘basta con gli sprechi’. Basta con le spese superflue”.
6) Tagli alla spesa. “L’obiettivo di tagliare la spesa è comune. Riteniamo sia possibile agendo principalmente su alcune voci importanti dei conti pubblici, come ad esempio la riduzione dei trasferimenti al settore pubblico allargato; la riduzione del costo del personale nella PA attraverso un’equiparazione progressiva del settore pubblico al settore privato; la privatizzazione dei servizi non strategici; l’introduzione di contributi alla spesa a carico degli utenti dei servizi pubblici”.
7) Esempi esterni. “Irlanda, Grecia, Spagna. E’ sotto gli occhi di tutti cosa stia accadendo in tanti Paesi europei: le manovre correttive adottate, approvate dagli organismi internazionali, prevedono in parte nuove entrate, ma soprattutto grandi tagli alla spesa, tra cui quello del costo del personale”.