Alla fine Berlusconi ha vinto ancora una volta. Politicamente ha sette vite, come i gatti. Anzi di più. L’epilogo della giornata più lunga della Legislatura finisce in un tripudio per il Premier, con lo scontato scavallamento di Palazzo Madama e la votazione sul filo di lana alla Camera.
Alla fine Berlusconi ha vinto ancora una volta. Politicamente ha sette vite, come i gatti. Anzi di più. L’epilogo della giornata più lunga della Legislatura finisce in un tripudio per il Premier, con lo scontato scavallamento dell’ostacolo di Palazzo Madama e la votazione sul filo di lana alla Camera.
Dopo il via libera al Senato, con 163 voti a favore, 135 contrari e 11 astenuti, alla Camera il Premier ha incassato la sfiducia di 311 deputati e la fiducia di 314. Compresi due “colombe” di Futuro e Libertà.
E uno dei momenti più caldi della mattinata è infatti stato il momento della votazione della Polidori, “colomba” di Futuro e Libertà, che aveva annunciato che non sarebbe stata presente in aula ma che invece ha votato no alla sfiducia, fornendo un aiuto più che prezioso al Premier. Duro scontro in aula a seguito del suo voto, con un accenno di rissa tra finiani e leghisti, tanto che il Presidente Fini è stato costretto a sospendere la seduta per alcuni minuti.
E sempre in fasa Fli, anche il finiano Giampiero Catone ha votato “no” alla sfiducia, mentre Silvano Moffa ha sì votato la sfiducia ma ha anche chiesto le dimissioni di Italo Bocchino: un vero e proprio Circo Barnum, insomma, a Montecitorio.
Ma alla fine Berlusconi ha vinto ancora una volta.
O forse no?
Perché con tre soli voti a favore, di cui due di Fli, andare avanti sarà molto dura. Perché di alleanze con i centristi all’orizzonte non se ne vedono, almeno in tempi brevi. E poi c’è l’Umberto, Bossi, che non vede l’ora di andare alle elezioni. Magari già in primavera.
