Il Segretario all’Industria Marco Arzilli, che all’Assemblea Anis ha portato il saluto e il pensiero del Governo, ha aggiunto sulla pila il suo mattone alla ricerca della verità. Per fare quel tabula rasa delle ipocrisie che è indispensabile per poter costruire un nuovo futuro.
L’assunzione di responsabilità del Presidente dell’ANIS Paolo Rondelli durante il suo discorso all’Assemblea Generale dell’associazione degli industriali (“La colpa è anche di noi imprenditori che abbiamo dato per scontato che tanto nulla cambia”) ha trovato un’importante eco nel giro di pochi minuti. Perché il Segretario all’Industria Marco Arzilli, che all’Assemblea Anis ha portato il saluto e il pensiero del Governo, ha aggiunto sulla pila il suo mattone alla ricerca della verità. Per fare quel tabula rasa delle ipocrisie che è indispensabile per poter costruire un nuovo futuro. “Anche la politica ha grosse responsabilità in questa situazione. È rimasta ‘vecchia’, Deve interrogarsi su come gestire questa fase”. Certo, le responsabilità sono della politica, degli imprenditori, dei sindacati ha rimarcato il Segretario Arzilli (“Non per scaricare le colpe ma per renderci conto di come dobbiamo agire in futuro”), ma la verità non può essere nascosta o travisata come troppe volte è stato fatto in passato. Il discorso del Segretario all’Industria è piaciuto alla platea per i contenuti (magari non tutti, ma nel complesso sì) e soprattutto per lo spirito. Per la voglia di cambiare davvero, per l’orgoglio per quella nuova collaborazione che si è instaurata con l’Italia – anche se non tutti ancora lo ammettono – nella lotta alle illegalità. Arzilli agli imprenditori. “Va riconosciuta la grande professionalità, e il coraggio di chi fa impresa. Come Governo abbiamo il dovere di permettere alle imprese di competere, per farle stare sul mercato”. Quindi il passaggio chiave del suo intervento, che ha avuto il coraggio di toccare un argomento vitale, quello della flessibilità, avanzando una proposta assolutamente condivisibile: “Il tema della flessibilità va affrontato. Per trovare il modo di porre il nostro sistema ad armi pari con gli altri con cui si trova a competere. Il tema della flessibilità, però, deve essere slegato dalle dinamiche contrattuali”. Come a dire, di mancata flessibilità le imprese sammarinesi non possono morire, su questo tema si deve trattare senza che venga strumentalizzato nei tavoli di confronto sui rinnovi contrattuali.