Chi aveva ragione tra il Comandante della Gendarmeria Achille Zechini e il Coordinatore delle Forze di Polizia Sabato Riccio? Nessuno dei due. Per entrambi comportamenti biasimevoli. Ma alla fine nessuna conseguenza per nessuno.
Chi aveva ragione tra il Comandante della Gendarmeria Achille Zechini e il Coordinatore delle Forze di Polizia Sabato Riccio nella querelle scoppiata tra i due? La risposta è chiara e incontrovertibile, e l’ha fornita l’apposita Commissione incaricata di riferire sul caso. Ebbene, nessuno aveva ragione, entrambi si sono comportati in maniera inadeguata rispetto ai relativi compiti. La relazione è finita ieri sul tavolo del Congresso di Stato e la conseguenza è che non ci saranno comunque conseguenze, se non che le gravi intemperanze che ci sono state tra i due, non saranno più tollerate.
Ma andiamo per ordine. La relazione ha elencato le difficoltà derivanti dalla nomina del Coordinatore delle Forze di polizia e dalle contestazioni sui suoi poteri e sul suo ruolo da parte del Comandante della Gendarmeria. Sempre secondo la relazione, queste difficoltà “sarebbero state superabili con buona volontà e spirito di servizio”. Buona volontà e spirito di servizio che sono mancate sia da parte del Comandante della Gendarmeria sia dal Coordinatore.
La Commissione ha stabilito inoltre che le burrascose vicende avvenute fra i due abbiano determinato, per le modalità e per il contenuto, una condotta non adeguata al decoro delle funzioni svolte per il Comandante della Gendarmeria Zechini, e per il Coordinatore Riccio invece una riprovevole condotta in servizio.
Per quello che riguarda il capitolo relativo alle presunte minacce invece esistono le sole dichiarazioni dei diretti interessati e quindi non risultano “prove giuridicamente valide”.
Il Governo nella riunione di ieri ha preso atto della relazione ed ha espresso ufficialmente “sentito biasimo” per le gravi intemperanze emerse dalla stessa relazione ed anche da altri episodi segnalati.
“I due alti funzionari dello Stato – ha affermato il Segretario di Stato agli Interni, Valeria Ciavatta – sono chiamati a servire la Repubblica di San Marino e la mancanza di collaborazione e le intemperanze che sono emerse in questo caso non sono consone alla loro funzione”. Il Governo ha deciso poi che se si dovessero ripetere fatti analoghi non potranno più essere tollerati e pertanto sarà necessario prendere i conseguenti provvedimenti.
Il Governo ha deciso infine di riferire alla Commissione Affari Esteri, che aveva richiesto l’istituzione di questa indagine, sui contenuti della relazione che, in ogni caso, non si ritiene opportuno divulgare. Infine una precisazione dal Segretario Ciavatta: “Il Governo non ha assolutamente intenzione di insabbiare il caso, così come asserito da alcuni esponenti dell’opposizione. La relazione è stata consegnata il giorno 19 novembre e da allora l’ho custodita, su incarico del Congresso di Stato che, nelle successive sedute di novembre e del 2 dicembre, a causa dei numerosi argomenti in discussione, non ha esaurito l’ordine del giorno”.
In Congresso di Stato ieri anche la presa d’atto dell’accordo sottoscritto dal Segretario di Stato al Territorio Gian Carlo Venturini col Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Gian Carlo Galan, accordo che fornisce importanti risposte a diverse aziende sammarinesi che operano nei settori dell’agricoltura, dell’importazione di fauna, di specie arboree, di fertilizzanti e fitofarmaci.
Presa d’atto anche dell’accoglimento con favore (anche se questa visione positiva è opinabile) da parte delle categorie economiche della Finanziaria presentata nei giorni scorsi alle parti sociali, così come della bocciatura senza condizioni da parte del sindacato, che ha confermato lo sciopero generale.