Sul caso Riccio-Zechini, ma anche sulla nomina (ennesima) del Presidente di Banca Centrale e sulla votazione per la Finanziaria l’opposizione di San Marino promette battaglia. In particolare sulla relazione secretata dal Congresso.
La conferenza stampa del Congresso di Stato di giovedì non solo non è riuscita a gettare acqua sul fuoco del caso Riccio-Zechini, la querelle (ma forse sarebbe il caso di parlare di bagarre) tra il Comandante della Gendarmeria Achille Zechini e il Coordinatore delle Forze di polizia sammarinesi Sabato Riccio. Addirittura ha fatto gonfiare il fuoco della polemica.
In due differenti luoghi, la Segreteria di Stato al Lavoro e la sede del Partito dei Socialisti e dei Democratici oggi, quasi contemporaneamente, all’ora di pranzo, si è parlato della questione. Il Segretario al Lavoro Gianmarco Marcucci in un inciso all’interno degli argomenti di sua competenza (LEGGI LA NOTIZIA CORRELATA) ha palesato la propria contrarietà al modo in cui la sua maggioranza ha gestito la questione, spiegando brevemente come sono andati i fatti in Congresso di Stato: il Segretario agli Interni Valeria Ciavatta ha letto la relazione ai colleghi, senza materialmente consegnargliela in mano, ed ha proposto di secretare il documento. Il Congresso ha votato a maggioranza e, in particolare, il Segretario Marcucci (EPS) ha espresso la propria contrarietà.
Quasi contemporaneamente, dicevamo, la sede del Psd è stata la sede dell’incontro con la stampa dei rappresentanti delle quattro forze politiche che compongono la coalizione di opposizione. E qui si è scatenata la polemica vera e propria nei confronti dell’esecutivo.
“Quella assunta dal Congresso di Stato in merito alla questione Riccio-Zechini è letteralmente allucinante – ha affermato Fiorenzo Stolfi – in quanto questa presa di posizione non compete all’esecutivo”. Stolfi ripercorre le tappe della vicenda: tutto è nato da un’interpellanza in Consiglio Grande e Generale, la cui risposta non è stata ritenuta soddisfacente tanto da essere trasformata in mozione (firmata dai consiglieri del Psd Belluzzi, Morganti e Felici), in Commissione Esteri. E in Commissione Esteri l’opposizione, con l’appoggio di qualche commissario di maggioranza, l’ha spuntata, vedendo abbondantemente approvata la mozione (9 voti a favore, 5 contrari, 1 astenuto9) che chiedeva di far luce sulla vicenda dando avvio ad una indagine amministrativa, “affinché ogni dubbio possa esser chiarito e individuate eventuali responsabilità”. La commissione sul caso Riccio-Zechini dunque non passa dal Congresso ma dalla Commissione Esteri, cioè dal Consiglio Grande e Generale. E la volontà dell’Esecutivo palesata dal Segretario agli Interni Valeria Ciavatta (l’unica tra i membri del Congresso ad avere la “misteriosa” relazione in mano…) di secretare l’esito della commissione significa voler non dare una risposta all’istanza sollevata dal Consiglio Grande e Generale (e approvata con larghi voti malgrado partisse dall’opposizione). C’è qualcosa che non torna in quella relazione? Il Segretario agli Interni l’ha soltanto letta ai colleghi (non si fidava a farla circolare?) e alla stampa ha solo elargito qualche frase estrapolata qua e là.
Logico che l’opposizione sia salita sulle barricate. Tra l’altro alla vigilia di un Consiglio che si preannuncia estremamente pericoloso, cruciale diremmo, con tanto di passaggio in prima lettura del Bilancio e di nomina (controversa, tanto per cambiare) del Presidente di Banca Centrale. Cosa succederà la prossima settimana? Intanto è sicuro che l’opposizione sarà ricevuta dalla Reggenza, cui verrà chiesto di intervenire per poter avere a disposizione l’esito dell’indagine sul caso Riccio-Zechini, come spiegato da Giovanni Lonfernini (DdC), poi si vedrà.
“Mi pare che ci sia l’intenzione di continuare questo gioco al massacro – afferma ancora Lonfernini – in questo caso per delegittimare le forze dell’ordine, dopo che si è fatto altrettanto con i vertici di Banca Centrale”. “Quello che ci preoccupa – gli fa eco il compagno Ivan Foschi, di Sinistra Unita – è il modo in cui il Congresso di Stato cerchi di scavalcare le dinamiche democratiche. In questa direzione va la produzione fuori ogni logica dei progetti di legge da parte dell’esecutivo, quello cioè che dovrebbe costituire l’eccezione è diventato la norma, con decreti peraltro spesso sbagliati che devono venire corretti nei mesi successivi.
L’opposizione, dicevamo, promette battaglia. “Anche noi Socialisti Riformisti siamo preoccupati – conclude Paolo Crescentini – per il modo in cui le istituzioni vengono screditate. La prossima settimana ci presenteremo compatti per affrontare le varie questioni in sospeso in Consiglio, portando avanti la questione della relazione Riccio-Zechini in modo che non venga insabbiata la vicenda, affrontando il dibattito sul Presidente di Banca Centrale da una posizione ben chiara (il no alla nomina di Clarizia, che arriverà in aula ancora una volta senza concertazione e peraltro non condivisa neanche da tutto il Patto per San Marino, ndr). E facendo un lavoro serio e meticoloso sugli emendamenti alla Finanziaria, che è una legge che andrebbe riscritta completamente”.