La verità, tutta la verità, è che Marco Materazzi non è uno che ha peli sulla lingua. Ecco allora le sue verità sui rapporti burrascosi con Balotelli, sul favoleggiato incontro con Zidane, sul suo quasi passaggio al Milan.
La verità, tutta la verità, è che Marco Materazzi non è uno che ha peli sulla lingua. Quello che dice lo dice chiaramente, senza giri di parole. Così in un’intervista in onda questa sera all’interno di “La tribù del calcio” su Premium Calcio (ore 21) le sue dichiarazioni sono tante piccole bombe. Dal rapporto con i ex compagni di squadra Ibrahimovic a Balotelli al calciomercato (con un vero e proprio colpo di scena mancato per un soffio), fino ad arrivare al recente incontro casuale con Zinedine Zidane a Milano, all’Hotel Melià.
Una cosa per volta. Partiamo dagli ex compagni di squadra. Ibrahimovic (con cui Matrix ha avuto uno scontro di gioco nell’ultimo derby, in cui ha avuto la peggio, finendo anzitempo negli spogliatoi): “Semplicemente io mi sono fermato per non fargli del male, lui invece no. Ma va bene così. La verità è che noi dell’Inter lo dobbiamo ringraziare: se un anno fa avessimo incontrato il Barcellona senza lui in campo, forse non ce l’avremmo fatta a eliminarli e non avremmo mai vinto la Champions”. Balotelli: “Uno schiaffo e una scarpa in faccia gli sono arrivati; ma quando l’hanno operato, ed era in ospedale, c’ero io a mezzanotte a fargli compagnia e ad andare a prendergli le merendine alla macchinetta”.
Calciomercato, il colpaccio mancato. Uno dei simboli dell’Inter che ha rischiato di finire al Milan. “Nella stagione 2005-2006 fui molto vicino a finire al Milan. Mancini non mi vedeva, voleva che me ne andassi: c’era anche il Villarreal che mi cercava, mentre a me premeva soprattutto andare a giocare per guadagnarmi il Mondiale. Non ho problemi ad ammetterlo: fui vicinissimo a firmare col Milan, poi però parlai con Lippi. L’allora c.t. mi disse di non preoccuparmi, che un posto tra i 23 me l’avrebbe dato comunque e quel colloquio fu la mia fortuna. Decisi di restare dove il cuore mi diceva di stare, Lippi mantenne la promessa, mi portò in Germania e poi quel che successe lo sapete
Sullo scudetto perso il 5 maggio: “L’ultima partita in casa della Lazio la perdemmo per nostro esclusivo demerito: ma il ricordo di quella stagione è brutto per tutto quello che successe prima ai nostri danni, a cominciare da un incredibile rigore fischiatoci contro a Venezia, con lo stesso Maniero a meravigliarsi e a dire: ma quale rigore!”
Sul Pallone d’oro: “Nel 2006 avrei meritato di essere preso in considerazione, invece pagai la fama del cattivo, per via della testata di Zidane e France Football non m’inserì nemmeno fra i 30”.
Ecco chiudiamo proprio con il caso Zidane. Dopo aver provocato la testata del transalpino nella finale del Mondiale 2006 vinta dall’Italia grazie anche (soprattutto?) a quei 5 secondi di follia di Zidane, lo scorso 4 novembre c’è stato un incontro su cui tanto si è favoleggiato. L’occasione era la vigilia di Milan – Real Madrid di Champions, Materazzi era andato a salutare Mourinho ma anche Zidane era lì per incontrare i propri ex compagni. Ed ecco allora il racconto del granitico difensore nerazzurro: “Stavo uscendo dall’hotel – racconta Materazzi – quando qualcuno cercò di fermarmi: c’è un problema, mi dissero, c’è Zidane che sta parcheggiando proprio a fianco della tua auto. Risposi che non vedevo dov’era il problema; uscii, mi trovai di fronte a Zidane e sfruttai l’occasione per dirgli delle cose, cose che sappiamo io e lui, che restano tra noi. Diciamo che sono stato io a parlare di più e quando lui alla fine mi ha allungato la mano, io l’ho tenuta stretta e non l’ho mollata fino a che non mi ha guardato bene in faccia. Era quello che volevo. È andata così, per me è stato bello: per lui non so”.