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Brasile, investimenti a ritmo di samba

da Redazione

Per il FMI è il Paese che ha la percentuale di crescita più alta.

Il Fondo Monetario Internazionale nel diramare le crescite del Pil dei vari Paesi del mondo per il corrente anno 2010, ha posto in testa a questa particolare classifica la Cina e l’India, rispettivamente con il +10,5% ed il 9,4%. Tuttavia, il Paese che ha in previsione la crescita percentualmente più rilevante, sarà il Brasile che per quest’anno lo stesso Fondo Monetario stima con un Prodotto Interno Lordo in crescita dal precedente 5,5 al 7,1%. Le previsioni che si riferiscono al 2010 trovano conforto sia nel trend già messo in evidenza nella parte di anno già trascorsa, che in quanto rilevato dall’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatìstica (IGBE), secondo il quale nel primo semestre del 2010 l’economia carioca è già cresciuta del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 2,7% rispetto all’ultimo trimestre del 2009. Il brillante risultato conseguito, rappresenta la progressione maggiore manifestatasi negli ultimi 15 anni ed il suo raggiungimento è stato possibile grazie alla crescita dei consumi interni, combinati con il consistente sviluppo dell’esportazione. Durante il mandato del Presidente Lula, che da poco ha lasciato la guida del Paese per decorrenza del periodo senza possibilità di ricandidatura, si sono creati 12 milioni di nuovi posti di lavoro, la povertà è diminuita del 43% rispetto al 2003 ed il potere di acquisto è stato il più elevato degli ultimi 15 anni. L’insieme di tutti questi fattori ha consentito la nascita di una classe media che oggi è fondamentale per la crescita equilibrata del Paese sudamericano, anche se resta ancora tanto da fare soprattutto se si pensa che in Brasile la redistribuzione del reddito crea ancora forti differenziazioni socioeconomiche. Un ulteriore fattore sul quale il Paese confida per incrementare la sua crescita è l’esportazione dei beni che, per il 65% è rivolta verso i Paesi emergenti, prima fra tutti la Cina verso la quale s’invia il 13% di tutta l’export, una percentuale superiore a quanto inviato negli Stati Uniti cui viene destinato il 10% dei beni e servizi carioca, seguiti dall’Argentina con l’8%, dall’Olanda col 5% e dalla Germania col 4%. La maggior parte della massa esportata è costituita dalle materie prime di cui la Cina, in primo luogo ha la necessità. Ecco la ragione per la quale Pechino si colloca al primo posto fra i partner commerciali del paese con la bandiera verde oro.

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