Il piatto è robusto. Anzi: è un intero menu. Unicredit sarebbe sul punto di vendere – al miglior offerente – circa 100 milioni di euro di enterprise value di Banca Commerciale Agricola. La notizia non è un fulmine e ciel sereno, almeno per Pier Paolo Fabbri, direttore della BAC.
SAN MARINO – Il piatto è robusto. Anzi: è un intero menu. Unicredit sarebbe sul punto di vendere – al miglior offerente – circa 100 milioni di euro di enterprise value di Banca Commerciale Agricola. La notizia non è un fulmine e ciel sereno, almeno per Pier Paolo Fabbri, direttore della BAC: “Da tempo ne eravamo al corrente – ha spiegato Pier Paolo Fabbri –. L’importante ora è che si giunga ad una definizione della cosa il prima possibile; abbiamo bisogno di certezze”. Nessun nome però è ancora uscito. Insomma: si sa l’ammontare dell’importo ma non i nomi dei potenziali clienti. Anche perché, come ha sottolineato il direttore della BAC, il pallino è in mano a Unicredit: “Prima di esprimere un giudizio, aspettiamo di conoscere il loro orientamento”. Sulla notizia interviene anche Affari&Finanza di Repubblica, che sottolinea come la vendita nasce dal bisogno di rinvigorire il patrimonio sociale di Unicredit in vista dei requisiti di capitale che imporrà Basilea III. A stretto giro di posta, sembra che anche altre grandi realtà finanziarie che battono bandiera italiana procederanno in questa direzione: Intesa San Paolo, Banco Popolare e Monte dei Paschi di Siena, sull’esempio di Unicredit, con ogni probabilità metteranno in vendita le controllate poco redditizie.