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PDCS, Marco Gatti: “Contenere la spesa”

da Redazione

Intervista a Marco Gatti, nuovo Segretario del Partito Democratico Cristiano Sammarinese: “E’ obbligatorio rispondere al più presto ai problemi del Paese. Ed è indispensabile contenere la spesa pubblica. Bisogna limitare le aree di spreco, e ce ne sono tante nella Pa e nelle Aziende Autonome”.

di Loris Pironi

 

La stabilità politica rappresenta la condicio sine qua non per assicurare al Paese qualche possibilità di uscita dall’attuale crisi. Ecco perché San Marino, il mondo politico, le parti sociali, gli elettori tutti, hanno guardato con attenzione al Congresso del Partito Democratico Cristiano Sammarinese che si è chiuso domenica scorsa. Perché il Pdcs, come partito di maggioranza relativa, è chiamato a svolgere un ruolo importante nella coalizione che guida il Paese. Perché le posizioni che il Pdcs prenderà avranno indubbiamente – che piaccia o no – un’ influenza sulla vita dei sammarinesi. Una bella responsabilità quindi, che ora è soprattutto sulle spalle di Marco Gatti, il nuovo segretario politico del partito di via delle Scalette. Con lui abbiamo affrontato una conversazione a 360 gradi. La prima domanda è scontata, serve per rompere il ghiaccio.

 

Quale Pdcs è uscito dall’assise generale?

 

“Il Partito Democratico Cristiano è uscito molto bene da questo Congresso. C’è stato un fronte compatto, la mia nomina ha trovato una condivisione pressoché unanime. E anche le linee del partito sono chiare, e chiedono alla nuova dirigenza di portare avanti l’azione del Patto per San Marino. Un’azione che ha l’obbligo di dare nel più breve tempo possibile le risposte ai problemi del Paese con interventi incisivi”.

 

È inutile girarci troppo attorno, nei prossimi mesi, nei prossimi anni, serviranno sacrifici per tutti. Quali interventi il Pdcs intende contribuire a mettere in campo?

 

“In primo luogo è indispensabile contenere la spesa pubblica ancor più rispetto a quanto si è fatto finora. Bisogna limitare le aree di spreco, e ce ne sono tante nella Pa e nelle Aziende Autonome. Occorre fare una riforma fiscale che sia improntata sul principio dell’equità e della capacità contributiva. Probabilmente in questo momento tutti saremo portati a contribuire un po’ di più rispetto al passato. Ma ritengo che la nostra prerogativa di mantenere una fiscalità leggera non possa essere derogata”.

 

Sacrifici e fiscalità leggera? Parrebbe una contraddizione.

 

“In realtà ci sono tante aree di imponibile che oggi non subiscono nessun tipo di imposizione fiscale. Ecco, dobbiamo incominciare prevedere per tutte queste aree una tassazione, sia pur leggera”. Avete parlato di riforma fiscale: il tempo è prezioso, quando si farà? “Entro il 2011 sarà completata”.

 

Torniamo sul concetto della riduzione degli sprechi, tanto caro a Fixing…

 

“La riduzione degli sprechi e del costo della Pubblica Amministrazione è un processo che questo governo ha avviato sin da subito, tanto è che la riduzione di valore assoluto e non solo percentuale della spesa è un dato reale sia nel 2009 che nel 2010. Noi siamo convinti che ancora tanto si possa fare. La riduzione della spesa dovrà essere realizzata anche con la riforma della pubblica amministrazione, che dovrà avere quale obiettivo la riorganizzazione della stessa con minori risorse di personale, e quindi minori costi, comportando anche una sburocratizzazione che permetta di rendere un miglior servizio al cittadino e alle imprese”.

 

Chiariamo il concetto: minori risorse di personale significa riduzione di personale.

 

“Assolutamente sì. Occorre confermare il blocco delle assunzioni ed occorre progressivamente riorganizzare gli uffici di mano in mano che il personale va in pensione. Per la pubblica amministrazione è indispensabile prevedere il pensionamento obbligatorio per tutti coloro che hanno maturato i requisiti. Però la riduzione dei costi deve andare di pari passo con la valorizzazione dei meriti. E nella nostra Pubblica Amministrazione bisogna premiare chi ha il senso dello Stato”.

 

Altra riforma in sospeso, quella delle pensioni. Il sistema va verso il collasso.

 

“Il Segretario di Stato alla Sanità (Claudio Podeschi, anche lui del Pdcs, ndr) ha già disposto un progetto di legge relativo al secondo pilastro che ci trova pienamente soddisfatti. Stiamo verificando alcuni meccanismi da introdurre sul primo pilastro. Anche in questo caso nel 2011 i provvedimenti dovranno essere approvati”.

 

E ora parliamo di politica in senso stretto. L’attuale quadro politico è maturato molto velocemente anche per effetto della nuova legge elettorale. Questa fretta sta portando a scosse di assestamento non facili da assorbire.

 

“Indipendentemente dai partiti nel Patto per San Marino, che sono tanti, ritengo che si possano distinguere tre aree omogenee nella coalizione: c’è un’area cattolica, un’area liberale e un’area socialista. L’impegno del Partito Democratico Cristiano sarà quello di trovare una sintesi per l’area cattolica. Poi, siccome il Paese ha necessità di avere partiti forti e rappresentativi di una larga base, ci auspichiamo che la semplificazione avvenga per volontà di tutti i partiti e non per l’introduzione di uno sbarramento elettorale. Sbarramento che comunque dovrà essere preso in considerazione per frenare i personalismi che in particolare sono stati all’origine della formazione di alcuni partiti”.

 

Durante il Congresso c’è chi, all’interno del Pdcs, vi ha chiesto di rapportarvi con un cipiglio più deciso con Alleanza Popolare, l’altro fuoco su cui ruota l’ellisse di questa coalizione.

 

“Il Partito Democratico Cristiano deve essere forte, nei confronti di Alleanza Popolare e dell’intero Patto per San Marino, con la proposta. Una proposta che da parte nostra non è mai mancata e che continuerà a non mancare. Noi riteniamo importante il rapporto con Ap che è maturato in questi anni e che ha permesso la formazione della coalizione. Su questo rapporto entrambi i partiti devono continuare ad investire perché, soprattutto nel primo anno, insieme i due partiti hanno dimostrato di avere capacità e competenza per affrontare le continue emergenze che stanno colpendo il Paese. Per quello che riguarda il Patto invece, rispetto agli ultimi periodi dovrà saper sciogliere con più velocità i nodi politici, sia in un senso positivo sia in un senso negativo. Perché non c’è cosa peggiore che non decidere”.

 

Il rapporto tribolato con gli EuroPopolari può aprire lo scenario di un ritorno anticipato alle urne?

 

“La scelta del consigliere Bartoletti di confermare la sua lealtà al mandato elettorale (uscendo da Eps, ndr) consente al Patto di avere i numeri necessari per scongiurare nuove elezioni. La politica però non è fatta solo di numeri. Il mio auspicio è che gli EuroPopolari possano fermarsi a ragionare su quelli che sono gli interessi veri del Paese, e fermare o rallentare le scelte e gli atteggiamenti che possano escluderli dall’attuale maggioranza. In merito agli ipotetici allargamenti, ritengo che il Paese oggi abbia bisogno di scelte strutturali che devono essere necessariamente condivise e ragionate con tutte le forze politiche, in particolare con i partiti più grandi. Un eventuale rafforzamento della maggioranza, o comunque un nuovo progetto, non può che partire in seno al Patto stesso e deve essere fondato sulla condivisione degli interventi necessari al Paese. Per il Partito Democratico Cristiano, comunque, ritengo che l’area socialista sia quella da privilegiare”.

 

Torniamo a parlare dei problemi concreti: le imprese si sentono sole e senza i necessari strumenti per competere.

 

“Avendo ben chiaro che il rapporto con l’Italia è fondamentale ma che è comunque un rapporto bilaterale ed ha la necessità del confronto e della condivisione anche della politica italiana, ritengo che la maggioranza debba dare nuova competitività alle nostre imprese. Come? Attraverso interventi non solo di carattere fiscale, ma anche relativi al mercato del lavoro, alla sburocratizzazione e quindi alla facilità di fare impresa. Senza dimenticare la certezza delle regole. Fondamentale sarà anche la rapidità di risposta del Tribunale nelle sentenze civili. Un altro elemento di competitività potrebbe essere quello di disporre, oggi che abbiamo accumulato l’esperienza necessaria, di dogane interne. Si dovrebbe sviluppare ulteriormente l’accordo sull’aeroporto Rimini – San Marino e sfruttare le possibilità offerte dall’aviosuperficie interna. E ci sarebbero tante altre cose da dire…”.

 

Ci sono però delle resistenze importanti. Lo dimostra lo stallo sulla firma del contratto industria, ad esempio.

 

“Il sindacato deve svolgere oggi un’azione molto responsabile, che è quella di affiancarsi alle forze politiche per far comprendere al Paese che oggi tutti abbiamo bisogno di rinunciare a qualche cosa nell’interesse collettivo. Perché diversamente si correrebbe il rischio di incoraggiare lo scontro sociale. Io sono certo che sia meglio, ad esempio nella pubblica amministrazione, che tutti quanti rinuncino ad una piccola parte del loro reddito piuttosto che avviare dei licenziamenti, come stanno facendo altri Stati. Noi non vogliamo creare il disagio sociale. Permettetemi infine di esprimere un concetto generale: il Partito Democratico Cristiano crede molto nelle potenzialità che ha questo nostro Paese di essere attrattivo per gli imprenditori esteri, e non mi riferisco solo a quelli italiani. Stiamo investendo molte energie per far conoscere il nuovo Sistema Paese che si fonda sulle nuove regole della comunità internazionale e questa dovrà essere la strada da seguire anche in futuro”.

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