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Congresso Pdcs, estratto della relazione del Segretario uscente Valentini

da Redazione

Nella relazione presentata venerdì sera al XVIII Congresso generale del Pdcs, il segretario politico uscente Pasquale Valentini ha sottolineato l’importanza della stabilità politica, “fattore indispensabile”  per il Titano.

SAN MARINO – La Democrazia cristiana crede nel Patto per San Marino e nella collaborazione con Alleanza popolare. Ma chiede ai colleghi di maggioranza di bandire gli interessi partitici e dimostrare concreta volontà di affrontare i problemi del Paese.
Nella relazione presentata venerdì sera al XVIII Congresso generale del Partito democratico cristiano sammarinese, il segretario politico Pasquale Valentini sottolinea l’importanza della stabilità politica, “fattore indispensabile” per fare uscire la Repubblica dall’impasse in cui si trova. Occorre in primo luogo normalizzare i rapporti con l’Italia: “Non è più tollerabile- afferma- che lo sforzo di adeguamento del nostro Paese agli standard internazionali di trasparenza e di collaborazione venga ripagato con un atteggiamento di attacco e di chiusura”. Per questo “si deve levare un appello al governo italiano, e alla Presidenza del consiglio in particolare, per far ripartire il dialogo”.
Seconda priorità, “liberare nuove possibilità di lavoro- prosegue- dando pieno corso al percorso di trasparenza, intensificando l’opera di esposizione all’estero degli sforzi compiuti e tenendo sotto controllo la finanza pubblica”. Non si tratta, precisa, di “lacrime e sangue”, ma di “alcuni sacrifici che per qualche tempo saremo tutti chiamati a fare”.
Nel suo intervento il segretario uscente riconosce l’importanza del momento, sia per il Paese che per il partito: “Oggi si comprende- sottolinea- come dalle sorti della Democrazia cristiana e quindi anche dalle deliberazioni di questo congresso, possono dipendere sia la compattezza della maggioranza e quindi la tenuta del governo, sia la possibilità di dare risposte ai problemi gravi e urgenti che il Paese sta vivendo”. Due sono gli interrogativi che il partito deve porsi: da un lato “come impostare insieme al Patto un rapporto con le forze di opposizione, con l’area socialista in particolare”. In questa direzione, “guardiamo con attenzione al tentativo della costituente socialista promossa da Nps”. Dall’altro, puntare a nuove forme di aggregazione con Noi Sammarinesi, Moderati e Arengo e Libertà. Valorizzare dunque la capacità di dialogo, valore storico della Democrazia Cristiana, alla base della coalizione di maggioranza. Sotto questo punto di vista “la scelta degli Eps- stigmatizza- di stabilire un accordo con i Democratici di centro non è un elemento di chiarezza, così come non lo è l’attacco frequente portato in Consiglio o sui media”. Più responsabile è invece per Valentini, la decisione del consigliere Federico Bartoletti di uscire dal gruppo.
Nella relazione non dimentica però “l’attacco assolutamente ingiustificato e ingiustificabile” a Gabriele Gatti, che con “grande senso di responsabilità” ha compiuto un passo indietro mettendo al primo posto il Paese: “Di questo si deve tener conto per far comprendere come il Pdcs si sia speso e si spenda tuttora per far vivere la coalizione”.
In chiusura Valentini ripercorre i suoi tre anni e mezzo al vertice del partito: “Un percorso difficile- ammette- ma esaltante sul piano umano”, giudicando questa esperienza come portatrice di “qualcosa di nuovo che non andrà perduto e che mi auguro porti frutto”.
Ribadisce quindi la sua scelta di garantire continuità al governo, “in un momento in cui le esigenze del Paese sono molto forti”, malgrado le tante sollecitazioni ricevute negli ultimi giorni a restare alla guida della Dc. “Sono certo- assicura infine- che il partito possa guardare avanti e possa dimostrare, attraverso i lavori di questo congresso, che sa interpretare in modo autorevole ciò che il Paese ha bisogno e ha le risorse umane per garantire una conduzione non incentrata sulla mia persone”.

 

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