Home NotizieItalia Maroni chiude a Casini: “Governo? Nessun rimpasto”

Maroni chiude a Casini: “Governo? Nessun rimpasto”

da Redazione

La politica italiana ogni giorno mette in scena una nuova commedia: dopo il “ciao, addio, ci penso, ti chiamo, vedremo…” di Mara Carfagna, adesso tocca al ministro Maroni che, davanti a una possibile apertura ai centristi di Casini, chiude la porta.

La politica italiana ogni giorno mette in scena una nuova commedia: dopo il “ciao, addio, ci penso, ti chiamo, vedremo…” di Mara Carfagna, adesso tocca al ministro Maroni che, davanti a una possibile apertura ai centristi di Casini, chiude la porta.

“Questa del Governo d’armistizio mi mancava. Ma non so cosa sia”. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni chiude la porta a Casini e ribadisce che la Lega è contraria ad ogni rimpasto e avverte Berlusconi: “Senza una maggioranza ampia si deve andare a votare”. “Io — ha detto il ministro ospite di Lucia Annunziata a ‘In Mezz’ora’ — sono favorevole ai sani e saldi principi della democrazia: chi vince le elezioni governa e chi perde sta all’opposizione. Casini è una persona che stimo ma noi lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: nessun rimpasto”. Maroni, che questa sera a ‘Vieni via con me’ leggerà un elenco della durata di tre minuti, ha spaziato anche su altri argomenti di attualità. “Chiunque è innocente fino al terzo grado di giudizio — ha detto il ministro a proposito della motivazione della sentenza di condanna di Marcello Dell’Utri per presunti contatti con i boss mafiosi —. Ma se sarà confermata la condanna sarà una cosa grave e probabilmente dell’Utri dovrà andare in galera”. Sul caso Ruby il ministro dell’Interno ha ribadito “la correttezza dell’operato della Questura di Milano” ma, seppur indirettamente, ha rivolto una critica al premier che si interessò personalmente della ragazza marocchina quando era in Questura: “Io — ha detto Maroni — non ho mai fatto e mai farò telefonate, neanche per chiedere clemenza per un mio amico a cui hanno tolto la patente perché andava a 140 all’ora: non lo ritengo giusto e non lo ritengo corretto”. Tiene intanto piede la boutade – com’è stata definita da alcune trasmissioni radiofoniche – di Mara Carfagna. Il Ministro, giusto ieri, ha avuto una telefonata da Lisbona del coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, che l’ha rassicurata. E ai suoi collaboratori ha confidato: “Ora c’è un ampio margine di trattativa”. Il ministro per le Pari opportunità, che aveva annunciato di voler lasciare il governo, il Parlamento e il Pdl il 15 subito dopo aver votato sì alla fiducia, è ancora in attesa di un incontro chiarificatore con Silvio Berlusconi.

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