Home NotizieAttualità La carta delle FS? Comprata a San Marino (Sergio Rizzo)

La carta delle FS? Comprata a San Marino (Sergio Rizzo)

da Redazione

In tre anni 88 contratti con aziende basate nei paradisi fiscali. Importo totale: 245 milioni. Quel legame tra Postel e Andorra. Dal toner alla cancelleria, tutti gli acquisti della pubblica amministrazione nei Paesi inseriti nella ‘black list’.

Passi per gli ‘anodi sacrifiziali’. Quelli che arrivano dalla Cathodic protection technology Pte Ltd saranno certamente di ottima qualità e a buon mercato. Così da giustificare il loro acquisto a Singapore, uno dei Paesi della black list del ministero dell’Economia. Ma perché la pubblica amministrazione italiana debba comprare beni di uso comune come il toner delle stampanti e i materiali da cancelleria a San Marino, resta francamente misterioso.

Le risme di Trenitalia
Eppure dal 2007 al 2010 la società sammarinese Karnak ce ne ha venduti per più di 13 milioni di euro. Soltanto le Ferrovie dello Stato hanno acquistato nel 2008 da quella ditta del Monte Titano ‘materiali di cancelleria, materiali di consumo per l’informatica e per le macchine per ufficio’, oltre a ‘risme di carta’ per un totale di quasi 10 milioni: 9 milioni 988.500 euro, precisamente. Questo almeno risulta dai dati in possesso dell’Osservatorio dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, la quale da tempo ha sollevato il problema delle forniture che vengono aggiudicate a ditte con sede in quelli che per il Tesoro si possono qualificare come ‘paradisi fiscali’, chiedendo di regolamentare il fenomeno perché venga assicurata trasparenza. E per strano che possa sembrare, per uno Stato come quello italiano, da almeno due anni in guerra dichiarata con quei Paesi, non sono affatto poche.

La lista nera
La lista nera è in un decreto del 4 maggio 1999 del ministero dell’Economia che viene periodicamente aggiornato: da cui però nemmeno l’ultima volta, cioè la scorsa estate, è sfuggito San Marino. Cioè il Paese che fra i ‘paradisi fiscali’ fornitori della nostra pubblica amministrazione recita indiscutibilmente la parte del leone. Venti contratti nei tre anni presi in esame per un importo niente male. Ovvero, 176 milioni 690 mila 179 euro. Tre quarti quasi dei 244 milioni 528 mila 640 euro che hanno rappresentato l’importo complessivo di tutti gli 88 appalti pubblici in black list rilevati fra il 2007 e il 2010. E se la Karnak non si può lamentare, la San Marino Tour-service ha fatto letteralmente bingo. Sempre secondo l’Osservatorio dell’Autorithy ora presieduta da Giuseppe Brienza, quella società ha venduto a enti pubblici italiani viaggi per soggiorni estivi in Italia e per vacanze di studio all’estero per una cifra astronomica: 152 milioni 700 mila euro. C’è poi la Sapidata, che, oltre a noleggiare autovelox, ha avuto anche due contratti per la gestione ‘amministrativa’ delle contravvenzioni: 3 milioni e 900 mila euro circa. Dalla sammarinese Advanced medical supplies l’Ospedale Umberto I di Torino ha comprato ‘materiale vario monouso di consumo’ per il laboratorio di emodinamica: 225 mila euro. Invece il Comune di Ispica, 15.536 anime nella provincia di Ragusa, ha appaltato per 450 mila euro alla Technology for people il delicato incarico di realizzare ‘un’anagrafe immobiliare, catastale, tributale e territoriale per l’incremento delle entrate Ici e Tarsu’.

A differenza delle Ferrovie, l’azienda ospedaliera dell’Università Federico II di Napoli per rifornirsi di cancelleria non si è rivolta a una ditta di San Marino, bensì a una società con sede nell’Isola di Man: 240 mila euro. Sono comunque le imprese svizzere ad avere concluso il maggior numero di contratti (56 su 88). Un fatto che non deve stupire se si pensa che in Svizzera hanno sede molte case farmaceutiche fornitrici ‘naturali’ dei nostri ospedali. Quello che non si potrebbe davvero immaginare è che il governo italiano acquisti dalla Svizzera, precisamente dalla Incard S.a., i microprocessori per i permessi di soggiorno degli immigrati: un milione 430 mila euro. E non solo. Da quella impresa compriamo anche i microchip per le carte multiservizi dell’Arma dei carabinieri. Mentre un’altra azienda elvetica, la Ovd Kinegram Ag, ci ha venduto la ‘patch olografica’ che equipaggia i nuovi passaporti.

II caso Postel
Un’ultima cosa. Nell’elenco dell’Osservatorio compare anche una società del gruppo Poste Italiane, la Postel presieduta come le stesse Poste da Giovanni Ialongo. Ha fornito un servizio di stampa, imbustamento e spedizione degli opuscoli per un programma regionale di prevenzione del tumore. In tutto 98 mila 878 euro. Soltanto che la sede del fornitore, secondo l’Authority, sarebbe la repubblica di Andorra. Ma che c’entrano le Poste italiane con Andorra?
Di Sergio Rizzo

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