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Aumento rette scuola su base Istat Morri: Non dimenticheremo le famiglie

da Redazione

Sono arrabbiati i genitori dell’Associazione Pro Bimbi di San Marino. Sono arrabbiati per l’aumento delle rette della refezione scolastica. Su Fixing domani in edicola il Segretario all’Istruzione Romeo Morri risponde alle accuse.

Anticipazione di Fixing, oggi in edicola.

 

Sono arrabbiati i genitori dell’Associazione Pro Bimbi di San Marino. Sono arrabbiati per l’aumento delle rette della refezione scolastica per la scuola materna e elementare, l’aumento delle rette mensili e le quote giornaliere degli asili nido. La crisi, insomma, non può essere ammortizzata sulle famiglie. Un argomento di attualità più che mai oggi che anche in Italia la riunione dei quadri generali sulla famiglia hanno puntato l’indice sulle politiche sociali. Così l’associazione Pro Bimbi è partita all’attacco, coperta dagli incursori del Movimento Civile Sottomarino sul fianco destro, e la cavalleria pesante della Cdls, la Confederazione Democratica a cercare di completare l’accerchiamento sul fronte opposto. E la raccolta firme per chiedere la cancellazione del provvedimento ha superato quota mille adesioni in appena un paio di giorni.

 

Un po’ di numeri: aumento su base Istat
Prima di scendere nel dettaglio delle posizioni in campo, facciamo parlare un po’ di numeri. La retta mensile degli asili nido era rimasta invariata dal 1999 a quota 166,10 euro e, con un incremento del 20%, è stata portata a 199 euro. La quota giornaliera, ferma anch’essa a prima del 2000, da 4,65 euro è stata portata a 5,50, anche in questo caso +20%. Per le scuole elementari la quota di refezione era rimasta inalterata dal 2003: ogni famiglia spendeva 2,65 euro, l’aggiornamento stabilito dalla Delibera del Congresso di Stato n.27 del 7 settembre 2010 l’ha portata a 4 euro (aumento del 50%). Per la scuola d’infanzia il costo comprende il pranzo e le merende di mezza mattina e di metà pomeriggio, per le elementari invece comprende anche la merenda fornita a ricreazione. Va rimarcato inoltre che le mense scolastiche sammarinesi offrono un servizio di qualità notevole, con prodotti biologici e a “chilometri zero” come si dice oggi, sfruttando la preziosa sinergia con le cooperative unite sotto l’insegna del Consorzio Terra di San Marino.

 

La polemica  e la replica
“In un momento di crisi economica come questo, dovrebbero pagare un po’ tutti e non solo le famiglie”, aveva affermato Augusta Taddei dell’associazione Pro Bimbi. Pur dando per assodato che si tratta di “cifre irrisorie se confrontate con l’Italia”, la questione per Augusta Taddei – peraltro membro della Commissione Consiliare Pari Opportunità – è di equità sociale. L’associazione ad esempio propone che le mense scolastiche vengano pagate in base al reddito.
Il sindacato e il Sottomarino, invece, ne fanno una questione di metodo. Se l’aumento, anzi l’adeguamento, è su base Istat (un aumento medio di 2 punti percentuali annui corrisponde al 20% in 10 anni), la presa di posizione dell’esecutivo è stata unilaterale, e senza concertazione.
Non vuole scendere in polemica con i genitori il Segretario all’Istruzione Romeo Morri, ma osserva che malgrado questi aumenti, la situazione sammarinese resta sicuramente di vantaggio rispetto a quella delle realtà limitrofe. “Purtroppo va considerato il contesto in cui si è presa questa decisione sofferta. La nostra economia è in sofferenza, eppure la scuola resta una priorità per noi, tanto che il Governo non ha effettuato tagli in questo settore, ma ha mantenuto tutto il personale e continua a assicurare una eccellenza assoluta. Fatta questa premessa, i costi della refezione scolastica sono stati aggiornati su base Istat: concordo col fatto che l’aggiornamento doveva essere fatto prima, ma è anche vero che prima di decidere ogni aumento abbiamo verificato quali erano i costi nelle realtà limitrofe, che sono decisamente più alti. A Rimini ad esempio ogni pasto costa circa 6 euro”.
Ecco, parliamo di costi.
“Il costo di un pasto nelle scuole elementari di San Marino – prosegue il Segretario Morri – ammonta a circa 7 euro, e lo Stato, anche con l’aumento della tariffa, sostiene la spesa giornaliera di 3 euro per ogni pasto di ogni bambino. Tale costo naturalmente non è riferito esclusivamente alla spesa degli alimenti ma comprende anche il costo del personale, dell’acquisto e la manutenzione delle attrezzature e tutto ciò che necessita per il corretto funzionamento delle cucine, ovvero il materiale igienico-sanitario, gli utensili, le verifiche periodiche degli impianti, eccetera. Sottolineo inoltre che in tutte le nostre strutture scolastiche, a differenza delle realtà esterne alla Repubblica, esistono cucine interne, in cui operano cuochi professionali, e che un’Istanza d’Arengo, approvata il 4 marzo 2009 dal Consiglio Grande e Generale, chiedeva di utilizzare il più possibile nelle mense scolastiche del Titano prodotti biologici, tipici e tradizionali nonché a denominazione protetta”.
Al di là della mancata concertazione con le parti sociali, il vero problema è che le famiglie sammarinesi devono fare i conti con la crisi, e che far pagare la stessa quota a tutti contrasta con un principio di equità sociale.
“È vero, sicuramente dovremo andare quanto prima ad effettuare una riforma del pagamento delle tasse in maniera più equa e garantita. Ma lo Stato di San Marino non ha mai lasciato a piedi le famiglie e non sarà così oggi. Il mio auspicio è che nell’ambito dell’imminente Finanziaria venga data la necessaria attenzione alle famiglie monoreddito e alle famiglie con figli, perché non vogliamo certo che siano loro a dover pagare il conto della crisi”.

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