Home FixingFixing A San Marino Guest: in mostra Gilberto Giovagnoli e Carmen Einfinger

A San Marino Guest: in mostra Gilberto Giovagnoli e Carmen Einfinger

da Redazione

Sul Monte il tango degli artisti. Dialogo-duello dei creativi sammarinesi con quelli delle altre nazioni per un mese a confronto Giovagnoli ed Einfinger.

di Alessandro Carli

 

Dev’essere una sorta di tango argentino, dove uomini e donne – dopo una settimana di prove separate – alla fine si incontrano.
Tocca immaginarla così “Guest”, la preziosa rassegna “a due voci” ospitata all’interno della Galleria San Francesco (via Basilicius, San Marino): due artisti che “provano” la propria arte separatamente e poi – in un weekend lungo quasi un mese – si uniscono. Dialogano, nei rispettivi idiomi. Come un tango. Su due piani (non ‘forti’, ma solo ‘dislivellati’), quasi fosse un dialogo pirandelliano: Gilberto Giovagnoli e Carmen Einfinger – questi i nomi dei due artisti in mostra dal 29 ottobre – vanno immaginati come in un atto di “Così è (se vi pare)”, quando succede che la comunicazione avviene dall’alto verso il basso. Brevissimi cenni di saluto e alcuni bigliettini per mezzo di un cestello calato con una fune dall’alto del ballatoio. Bigliettini però scritti con il colore….
Gilberto Giovagnoli
non è esattamente un personaggio pirandelliano, nonostante si cibi di arte e riceva quotidianamente il soffio caldo della Dama Fantasia. E’ un attento scrutatore della realtà, che però non assorbe sino in fondo: la filtra. E le dà – a modo suo – un volto nuovo. Così le opere che espone: quattro blocchi di trenta disegni ciascuno, disegnati con i pennarelli, in formato A4, in cui trovano nuove tonalità i visi celebri che hanno scandito il Novecento. Si incontra Andy Warhol, elegante e algido, quasi femmineo. Rinforzato però nella scelta cromatica: dalle opere ‘escono’ le vibrazioni del viola, del verde e del rosa.
Sono essenzialmente del “primi piani”, quelli che l’artista sammarinese porta a “Guest”: ritratti spesso estrapolati da vecchie foto o da ritagli di giornale che, nelle sue mani e attraverso la sua immaginazione, acquisiscono uno spessore rinnovato. Ecco quindi gli zigomi bellissimi e affaticati di Egon Schiele, ripreso distrattamente, o lo sguardo tagliente di un artista che può diventare “altro”: uomini che raramente puntano all’obiettivo, quasi fosse un occhio che – furtivamente – ruba un attimo fermato. C’è, nel suo modo di vivere il Novecento, qualcosa di Man Ray e Alfred Stieglitz: il saper cogliere le sfumature, le espressioni “uniche” di uomini che hanno spato l’arte per necessità. La stessa che si legge, con straordinaria bellezza, nell’attimo esatto in cui i pennarelli veloci del sammarinese hanno incontrato la carta bianca.
“In tempi oramai post-politici in cui l’arte rimane spesso ai margini più estremi dell’attualità – hanno scritto Francesca Baboni e Stefano Taddei in occasione di un acclamato lavoro che l’artista ha effettuato per Emilia Romagna Teatro Fondazione -, Gilberto Giovagnoli sfonda con ironia dissacrante la porta di quel politically correct che ha da tempo invaso con il suo piattume ogni ambito del vivere sociale, per imbastire un discorso pubblico provocatorio ben preciso, al limite della satira”.
Carmen Einfinger invece presenta una serie di acrilici su tela di grandi dimensioni, dipinti recenti dai quali traspare il concetto estetico freudiano “Das Unheimliche”, figure amorfe popolano le tele dell’artista newyorkese evocando visioni ataviche precolombiane. Volendo citare Freud, “l’Arte ha una scorza esterna che porta piacere, approvazione, che la fa accogliere alla percezione umana, ed un velato interno di contenuti forti, pulsioni o angosce, fantasie o drammi”.
Perché la stessa arte, in estrema sintesi – la Verità Somma – è semplicemente ciò che noi stessi, uomini transeunti e in-finiti (dunque non finiti, dunque relativi), riusciamo a intuire. A creare, a pensare, a postulare. E, spesso, solamente ad osservare…
“Guest” proseguirà il 17 dicembre con il “duetto-duello” tra Douglas Henderson ed Elisa Monaldi, l’artista sammarinese già presente alla Biennale di Venezia..
Il progetto, organizzato dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e curato da Massimiliano Messieri, nasce con l’idea di dare una concreta opportunità agli artisti sammarinesi di relazionarsi e dialogare con altrettanti artisti di diversa nazionalità attivi già da anni a livello internazionale.
Due le sue significative funzioni: quella di indagine sul fare arte nella Repubblica di San Marino, e di raccordo con i circuiti internazionali.


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