Per il pacchetto sviluppo 5 miliardi ci sono già. Ne mancano altri 2 che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe reperire rapidamente per presentare poi il maxiemendamento alla Legge di Stabilità in Commissione Bilancio a Montecitorio.
Un "pacchetto" che serve anche a venire incontro alle richieste provenienti dalle diverse anime della maggioranza, come il Fli che oggi in aula ha votato insieme all’opposizione tre emendamenti su una mozione relativa alla cooperazione tra Italia e Libia. Dopo il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla necessità di approvare la Finanziaria, il capo dello Stato ha oggi "difeso" il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che nei giorni scorsi aveva polemizzato con Tremonti: ("sostengo le azioni del ministro che sa difendere le sue posizioni"). E Prestigiacomo rilancia: con "il 60% di tagli per l’ambiente è una scommessa persa". Mentre il premier, Silvio Berlusconi assicura che fondi per aiutare il Veneto alluvionato saranno nella Legge di Stabilità e che la cifra sarà decisa domani in un incontro a Palazzo Chigi. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ammonisce: "i soldi il Governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei". L’appello di Napolitano a votare la Finanziaria viene comunque accolto dalle opposizioni. Non farà mancare il suo voto il Pd e anche Di Pietro rassicura: "e va bene, approviamo anche la finanziaria, ma poi mandiamo a casa il governo". Anche perché, come dice il Carroccio Umberto Bossi, "se non passa la finanziaria, salta il Paese". I nodi non sono comunque tutti sciolti anche se dopo gli incontri avuti oggi dal ministro Tremonti con i gruppi della maggioranza alla Camera l’atmosfera sembra più rilassata. Il titolare del Tesoro è ora impegnato a reperire altri 2 miliardi per venire incontro alle esigenze di tutti i gruppi. E’ lo stesso Tremonti a spiegare che ci sono "esigenze minime" per 7 miliardi – secondi quanto riportato da Fabrizio Cicchitto – e fondi disponibili per 5: si tratterebbe – a quanto riferito da fondi della maggioranza – di 1,5 miliardi che arriverebbero da un fondo presso la presidenza del Consiglio; 1 miliardo di entrate dai giochi (principalmente lotta all’evasione nel settore) e 2,5 miliardi dalle aste delle frequenze. Ma mancano ancora 2 miliardi e una quota di questa cifra – secondo ultime voci che circolano – potrebbe arrivare da uno ‘stop’ alle somme non ancora impegnate dalle pubbliche amministrazioni o da nuove misure per la lotta all’evasione. Già noto invece parte del pacchetto di misure che arriveranno: 1,5 miliardi andrebbero a finanziare gli ammortizzatori sociali (per una cifra più alta che comprende anche i residui del precedente finanziamento e la quota-parte delle regioni); 1 miliardo andrebbe all’Università; 800 milioni al rifinanziamento (semestrale) delle missioni internazionali. Verrebbe inoltre ridotto di 1 miliardo il taglio già previsto per Comuni e Regioni. Insomma fatto un calcolo a spanne 4,3 miliardi sarebbero già spesi e per centrare i 7 ne mancherebbero 2,7. E c’è ancora da finanziare il 5 per mille e la detassazione della parte del salario legata alla maggior produttività (si parla di circa 800 milioni). Il titolare del Tesoro – secondo quanto riferiscono fonti della maggioranza – avrebbe anche detto di essere pronto a rinunciare a porre la fiducia in aula se ci sarà un testo condiviso in commissione. Ma gli sviluppi della serata a Montecitorio consigliano certo una maggior prudenza visto che il governo è stato battuto in aula su tre emendamenti dell’ opposizione votati anche da Fli e Udc.