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eGovernment, l’Europa va Benchmark su 31 nazioni

da Redazione

Storie d’innovazione, continuiamo a parlare di pubblica amministrazione: in giro per il mondo ci sono casi esemplari da cui San Marino può prendere spunto. Questa volta partiamo da Malta.

di Saverio Mercadante

 

Uno dei Piccoli Paesi, Malta, è tra le sole sei nazioni europee che offrono la piena disponibilità di servizi on line. Lo rivela l’ultimo benchmark di Capgemini, leader mondiale nei servizi di Management Consulting, Information Technology e Outsourcing, sull’e-Government. La misurazione (il benchmark è generalmente un punto di riferimento per una misurazione) in merito ai servizi pubblici on-line erogati dai principali Paesi europei, stilata insieme all’istituto di ricerca Rand Europe, il gruppo di analisi IDC e il Danish Technological Institute (DTI), rivela anche un incremento nella disponibilità e nella sofisticazione di servizi on-line in Europa, anche se molti rimangono ancora sottoutilizzati. Dal 2001 viene effettuato per conto della European Commission Directorate General for Information Society and Media.
L’analisi evidenzia una costante crescita nella disponibilità di servizi on-line: nel 2009 il 71% dei Paesi EU27+ (composta dai 27 stati membri della UE, più Islanda, Norvegia, Svizzera e Croazia) offre servizi di pagamento on-line (cosiddetti servizi transazionali) rispetto al 59% registrato durante l’ultimo benchmark del 2007. Il livello di sofisticazione dei servizi è cresciuto fino all’83%, rispetto al 76% del 2007. Il benchmark si basa sulla strategia i2010 e fornisce un resoconto dettagliato sui servizi di eGovernment in Europa, indagando sullo stato attuale dei servizi on-line destinati a imprese e a cittadini.
Prende in esame più di 14.000 siti governativi di 31 Paesi europei. Solo 6 nazioni offrono la piena disponibilità di servizi on-line: Austria, Malta, Portogallo, Regno Unito, Svezia e Slovenia. Nonostante il continuo miglioramento nella disponibilità e nella sofisticazione dei servizi di eGovernment, il report evidenzia ancora un significativo gap tra la disponibilità e l’avvio effettivo di quei servizi, in particolare per quelli rivolti ai cittadini.
In quest’ultima analisi sono stati aggiunti due nuovi indici: i servizi legati alla funzione di eProcurement e la User Experience.
Lo studio rivela che alcuni Paesi hanno mantenuto un buon livello di performance, tra cui Lettonia e Polonia che hanno registrato significativi miglioramenti. Le caratteristiche condivise dai Paesi che presentano le valutazioni più alte in termini di performance nell’eGovernment comprendono: sponsorship di alto livello, chiare priorità, crescente collaborazione all’interno degli organi pubblici. Il report evidenzia anche uno spostamento di focus dalla disponibilità di servizi pubblici on-line all’avvio di nuovi servizi e al loro positivo impatto nei Paesi che hanno strategie di eGovernment particolarmente efficaci.

 

User experience: cresce insieme ai cittadini
L’esperienza degli utenti è ora riconosciuta come un fattore essenziale nell’effettivo utilizzo dei servizi on-line. La qualità dell’accesso attraverso i portali, i servizi di facile utilizzo, l’accessibilità per gli “utenti diversamente abili”, la capacità degli utenti di dare un feedback on-line o di dare un voto ai servizi di cui hanno usufruito, sono importanti indicatori di “user experience”. La personalizzazione, il fornire informazioni in modo efficace, l’accesso attraverso la multicanalità e la partecipazione dei cittadini sono vari esempi di tattiche per entrare in relazione con il cittadino. L’utilizzo delle tecnologie Web 2.0 e del social networking nell’offerta di servizi pubblici on-line offre una nuova opportunità per innalzare l’attuale basso livello di utilizzo dell’utente finale, per sviluppare un rapporto di fiducia attraverso il dialogo. Diversi Paesi (Austria, Danimarca, Estonia, Olanda) offrono esempi particolarmente virtuosi di best practice, avendo sviluppato portali nazionali che possono essere personalizzati dal cittadino stesso in base alle proprie esigenze.

 

E-procurement: migliore gestione spesa pubblica
Il settore pubblico in Europa spende circa 1.500 miliardi di euro all’anno. Dare visibilità alle gare d’appalto pubbliche ai vari fornitori in Europa è fondamentale. Nel caso in cui gli appalti telematici siano utilizzati per gestire ed aggiudicare gare pubbliche di appalto si parla di public e-procurement, il quale in Italia risponde alla normativa in materia di pubblici appalti. La normativa italiana prevede diversi strumenti di e-procurement pubblico, che identificano sub procedure concorsuali modulate in virtù della tutela più o meno accentuata del principio di evidenza pubblica.
L’e-Procurement si sta evolvendo verso un processo on-line più controllato, superando i compartimenti stagni dei Governi e rendendo gli approvvigionamenti pubblici più visibili ai fornitori, sia all’interno che all’esterno dei confini nazionali, generando così notevoli risparmi.
In questo senso, l’eProcurement è diventato un fattore chiave per i Governi europei, anche se il target fissato per il 2010, ossia di una disponibilità on-line dei principali servizi del 100%, è seriamente compromesso, essendo stato raggiunto ad oggi solo il 55%. Questo rappresenta sì una crescita rapida a tutti i livelli di governo, ma evidenzia anche un bisogno di spostare il focus dalla disponibilità dei servizi pubblici on-line all’effettivo utilizzo ed impatto, che rischiano di essere ignorati se non vengono fatti investimenti continui.
 

Seconda puntata sul rapporto innovazione-PA.

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