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Ecomondo, il ‘guru’ Fitoussi: prima occupazione la qualità  della vita

da Redazione

“La piena occupazione è la qualità della vita e noi possiamo solo puntare a questo”. Così oggi Jean-Paul Fitoussi, uno dei massimi esperti di green economy, al primo Forum Internazionale Ambiente ed Energia a Rimini Fiera.

“La piena occupazione è la qualità della vita e noi possiamo solo puntare a questo”. Così oggi Jean-Paul Fitoussi, uno dei massimi esperti di green economy, al primo Forum Internazionale Ambiente ed Energia, dal titolo “Risorse e scelte: i nostri comuni futuri”, organizzato nell’ambito di Ecomondo, Key Energy e Cooperambiente nel quartiere fieristico di Rimini da The European House – Ambrosetti per Conai, Legacoop, Legambiente, Regione Emilia-Romagna e Rimini Fiera.

 

La sessione plenaria del Forum – che prosegue nel pomeriggio con tre verticali – ha visto alternarsi sul palco nel corso della mattinata il sottosegretario all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, Roberto Menia, il professore di Politica Economica della Cattolica di Milano, Giacomo Vaciago, il Fondatore e Coordinatore scientifico dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università Carlo Cattaneo (LIUC), Dipak Pant, l’assessore della Regione Emilia-Romagna alle Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, Gian Carlo Muzzarelli, il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti e il presidente Conai, Piero Perron.

 

A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente di Rimini Fiera, Maurizio Renzo Ermeti, il quale ha ricordato come Ecomondo “racchiuda la vera realtà italiana del recupero e del riuso, tenendo assieme contemporaneamente un alto profilo culturale e uno straordinario livello espositivo che aumentano la consapevolezza di tutti sulla sostenibilità”.

 

Davanti ad un folto pubblico di operatori, studenti e giornalisti, Fitoussi ha ricordato come “oggi si possa solo pensare alla crescita. La soluzione ai problemi che ci si pongono innanzi, compresa la crisi, è semplice. Lo dicevo da tempo, occorreva creare una comunità europea dell’ambiente, dell’energia e della ricerca. In Europa abbiamo sempre avuto la tecnologia umana. La Ceca è ciò che ha creato davvero l’Europa Unita. Ora la crisi ha messo in evidenza l’eterogeneità dell’Europa. Ma anche le nazioni al loro interno sono eterogenee. Abbiamo dato risposte diverse alla crisi e ci siamo caduti in maniera diversa. Ma vale comunque la pena di scommettere sull’Europa Unita”. Per Fitoussi “dobbiamo puntare anche sull’ambiente e sull’energia, perché sono le uniche risorse che abbiamo per creare nuova crescita” e, ha proseguito, “per colmare le enormi disuguaglianze” che l’economia classica ha creato.

 

Opportunità da energia e ambiente sono state messe in luce anche dal sottosegretario Roberto Menia, il quale, nel suo intervento, ha messo in evidenza come il bel Paese sia allineato alle nazioni moderne sul tema ambientale. “Fra gli obiettivi del Governo – ha spiegato Menia – che ha già varato il proprio piano d’azione, c’è quello di arrivare entro il 2020 al 17% di energie da fonti rinnovabili: ora siamo all’8%. Ma c’è anche quello di garantire efficienza energetica, di semplificare le procedure e di sviluppare una nuova rete intelligente, che integri la rete elettrica alle altre fonti energetiche. Molti sono già i bandi che finanziano iniziative volte all’efficientamento dei fabbricati e alla riduzione di emissioni”.

 

Per Giacomo Vaciago “La Germania è l’unica nazione che ha investito in ricerca, difendendo e promuovendo l’industria. l’Italia deve, come hanno fatto i tedeschi, rimanere un grande Paese industriale. Crisi non significa necessariamente qualcosa di negativo, al contrario: significa cambiamento. Questa inoltre è una crisi degli Usa e dell’Ue. I Paesi emergenti ne sono già fuori”. Vaciago si è poi soffermato sul prezzo del petrolio e su quello delle materie prime agricole, mettendo in evidenza come “il prezzo di grano e petrolio viene ancora espresso in dollari, nonostante gli Usa non siano più, come cento anni fa, i maggiori produttori di questi due prodotti”.

 

“La questione energetica – ha poi messo in evidenza Dipak Pant – è legata a molti fattori. La nuova economia globale è diversa da quella classica, basata solo su import, export e banca dei pagamenti. Oggi un paio di scarpe sono un assemblato di materie prime, design, progettazione che proviene da molti paesi”. Per questo, secondo Pant, “E’ sbagliato il pensiero unico della crescita, basato su incentivi ai consumi, che creano in genere più rifiuti. Semmai servono altre politiche, come quella del tele-lavoro, che è sostenibile sia in termini sociali che ambientali, come quella della dematerializzazione, con la valorizzazione dei luoghi, che devono diventare marchi. In sintesi, oggi i governi dovrebbero puntare a diminuire la vulnerabilità umana e ad aumentare invece la sostenibilità”.

 

Per l’assessore regionale Muzzarelli, “puntare su ambiente ed energia è prima di tutto conveniente. Per questo la Regione Emilia Romagna ha fatto e farà del suo meglio per competere in questi settori. Il sistema delle regioni può fare molto, in termini di ricerca, investimenti, governance, per il miglioramento della mobilità, ad esempio”. Muzzarelli ha indicato due strade: “partecipazione e responsabilità”.

 

Per il presidente di Legacoop, Poletti, proprio la partecipazione è il perno della nuova società: “da cooperatori pensiamo che la forma cooperativa sia la migliore possibile e che oggi sia imprescindibile anche nelle scelte delle città e delle nazioni. Nasce un nuovo paradigma di partecipazione. Questo forum è molto utile proprio a capire come rendere più protagonisti i cittadini”.

 

Secondo il presidente di Conai, Perron, “Sono due i concetti da sviluppare nel futuro. Quello di marketing territoriale e quello di una economia che sia compatibile con l’ambiente”. Da qui l’idea che le aziende debbano essere orientate dal concetto di eco- efficienza.

 

Infine, per il presidente di Legambiente, Cogliati Dezza, “l’innovazione e la ricerca, oltre alle fonti rinnovabili e alla diminuzione delle emissioni, saranno le gambe vere su cui camminare nel futuro. La green economy ha a che fare con il marketing territoriale. Inoltre la novità è che le scelte private hanno risvolti sociali importanti, con una valenza politica forse mai avuta prima. Da qui l’importanza del confronto e della formazione”.

c.s.

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