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Il premio de Lom d’or ai romagnoli Arrigo Sacchi e Umberto Paolucci

da Redazione

Ad Arrigo Sacchi e Umberto Paolucci, due grandi romagnoli da esportazione, il Premio Lom d’Or, offerto dalla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – Sums.

di Saverio Mercadante

 

Arrigo Sacchi: “Non ho mai pensato ai soldi e al successo. Nel calcio bisogna trovare l’ambiente giusto, le conoscenze e l’eccellenza”. Umberto Paolucci: “Ho avuto la fortuna di incontrare Bill Gates quando in Italia c’erano 100.000 computer e lui aveva l’obiettivo di mettere un personal computer in ogni casa, su ogni scrivania.” Sono loro quest’anno i romagnoli eccellenti che il 17 ottobre nell’aula magna della Accademia dei Filopatridi hanno ricevuto “Lom d’or”, il più prestigioso premio romagnolo offerto dalla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – Sums. Il premio fu fondato nel 1958 dalla poetessa Bruna Solieri Bondi.
“Lom d’or” è simbolo della lampada di cui parla Giovanni Pascoli nella sua ode, in questo verso: ”Io sono una lampada ch’arda soave”. La poesia è simboleggiata in una lampada che illumina le scene e il trascorrere della vita umana più intima, più trepida e più mesta. Il premio fu fondato nel 1958 dalla poetessa Bruna Solieri Bondi e chiamato “Lom d’or” perché simbolo della lampada di cui parla Giovanni Pascoli nella sua ode, con il verso “Io sono una lampada ch’arda soave”, dove la poesia è simboleggiata in una lampada che illumina le scene e il trascorrere della vita umana più intima, più trepida e più mesta. Nel 2008 venne premiato il professor Giuseppe Rossi e nel 2009 Francesca Michelotti ex segretario di Stato per l’istruzione e la cultura, università e affari sociali, attualmente direttrice dei Musei di Stato. Dopo la morte della poetessa Solieri la gestione del premio venne presa dall’Accademia Degli Incamminati di Modigliana e dalla Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano e poi nel tempo solo da quest’ultima. San Marino in quel lontano 1958 fu la sede della prima premiazione. Il premio venne assegnato al riminese più famoso nel mondo, Federico Fellini, e a Marino Moretti, Aldo Spallicci e Diego Fabbri. Il premio, offerto dalla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – Sums, consiste nella consegna di una “Lom d’or”, l’antica lumiera a olio tenuta sul camino delle case per illuminare la stanza, riprodotta stilizzata in oro zecchino e collocata su una targa d’argento. Applauditissimi gli interventi dei due protagonisti che hanno risposto alle numerose domande del presidente Giancarlo Mazzuca. “Nel calcio i talenti dovrebbero essere sempre disponibili, fare tutto con passione. Non mi piacciono – ha sottolineato Arrigo Sacchi – ignoranza e intolleranza. Il problema della nazionale è che non ci siamo rinnovati nel calcio. Siamo rimasti artigiani in un mondo di industrializzati. Abbiamo un grande amore per il calcio e lo viviamo in modo isterico. Il pubblico vuole la vittoria a prescindere e il merito non conta. In Italia gli stadi sono delle carceri a cielo aperto e per noi il calcio non è uno sport, ma una rivendicazione sociale”.
“La globalizzazione – ha sottolineato Umberto Paolucci – è nata grazie ai computer e oggi dobbiamo fare i conti con filiere planetarie. Le regole sono cambiate: un’azienda o si adegua o è fuori. E’ stato ridefinito tutto perché c’è un software che fa girare il mondo. Ho sempre mantenuto un attaccamento alle mie radici, alla mia terra. Bill Gates è un personaggio straordinario, unico, capace di usare la lente di ingradimento anche sulle cose piccole. Ha cambiato il mondo attraverso l’informatica. E’ venuto diverse volte in Italia dai nostri governanti ed è una persona che tiene molto all’amicizia.
Alla consegna del premio, erano presenti il sindaco di Savignano Elena Battistini, l’assessore Piero Garattoni, il capitano Emanuele Spiller comandante al compagnia carabinieri di Cesenatico, il maresciallo di Savignano Vincenzo Di Canosa e l’avvocato Giovanna Crescentini del consiglio di amministrazione della Fondazione San Marino.

da Avvenimenti

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