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Rimini, forum ambiente ed energia: la strada per un futuro sostenibile

da Redazione

Dipak Pant, Giacomo Vaciago, Alessandra Iovinella e il futuro sostenibile: a Ecomondo, Rimini, il workshop targato Ambrosetti – The European House su economia e risorse.

“La popolazione umana ha raggiunto il primo miliardo nel 1800. Il secondo miliardo è stato raggiunto dopo solo 123 anni, il terzo miliardo in altri soli 33 anni nel 1960. Da allora la popolazione umana sulla Terra è aumentata di un miliardo ogni 13-14 anni, raggiungendo i sei miliardi nel 1999. Il tasso annuale di crescita ha cominciato a rallentare solo dalla fine degli anni ’60. Comunque, l’eco-sistema Terra vedrà ancora una crescita della popolazione umana, seppur modesta, ed è sotto una mole di pressione senza precedenti in tutta la storia del Pianeta”.

 

Parte da queste preoccupanti premesse l’intervento che il professor Dipak Pant – Fondatore e Coordinatore scientifico dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università Carlo Cattaneo (LIUC), di Castellanza (VA), dove insegna Antropologia Applicata e Sistemi Economici Comparati dal 1996 – terrà mercoledì 3 novembre a Rimini Fiera nell’ambito di “Risorse e scelte: i nostri comuni futuri”, primo Forum Internazionale Ambiente ed Energia che aprirà la 14esima edizione di ECOMONDO, l’appuntamento internazionale dedicato al recupero di materia ed energia e allo sviluppo sostenibile, la 4° di KEY ENERGY, fiera internazionale per l’energia e la mobilità sostenibile e la 3° di COOPERAMBIENTE, manifestazione dell’offerta cooperativa di energia e servizi per l’ambiente.

Il Forum, promosso da Conai, Legacoop, Legambiente, Regione Emilia-Romagna e Rimini Fiera e progettato da The European House – Ambrosetti che ne cura anche la realizzazione, vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali, economisti, sociologi ed esperti di fama mondiale che, organizzati in una sessione mattutina e in tre “verticali” pomeridiane, tracceranno concrete linee di sviluppo sostenibile per il prossimo futuro.

 

Pant continua: “L’impatto sull’eco-sistema non è dato solo dal numero degli individui, ma anche e soprattutto dall’intensità di consumi ed emissioni che dipendono dallo stile di vita, dalle tecnologie impiegate e, soprattutto dalle risorse energetiche utilizzate. Oggigiorno, il consumo pro-capite delle risorse materiali ed energetiche e l’impatto individuale aggregato sull’ambiente varia enormemente tra le diverse parti del Pianeta. Ma con la globalizzazione economica e con la omologazione consumistica (“pensiero unico”?) si tende ad una uniformità; in altre parole, verso un più massiccio prelievo delle risorse naturali, un più esteso impiego degli idrocarburi ed un più intenso impatto sull’eco-sistema Terra. Se non si introduce più eco-efficienza nelle attività economiche e se non si prende di petto la questione energetica le implicazioni sono potenzialmente devastanti per l’eco-sistema Terra e per i suoi abitanti.

La questione energetica va affrontata innanzitutto con un atteggiamento della sostenibilità generale, occorre implementare la strategia della sostenibilità che in modo accelerato, seppur graduale ed incrementale, orienti l’intera economia verso l’emissione zero”.

 

Sebbene con sfumature diverse, in questo solco si colloca anche un altro relatore, Giacomo Vaciago, professore ordinario di Politica Economica presso l’Università Cattolica di Milano, membro della Società Italiana degli Economisti (dal 1976) e, dal 1983, editorialista de Il Sole 24 Ore.

L’autorevole economista si interroga sugli aumenti dei prezzi di alimentari ed energia e si pone una inquietante domanda: ancora una bolla? “Se chiamiamo “bolla” la situazione in cui il prezzo di mercato è temporaneamente superiore al “valore fondamentale” di un’attività è chiaro che ciò può verificarsi sia in situazioni in cui il valore fondamentale è immutato sia quando esso sta a sua volta aumentando. Anzi, è più probabile – come si è verificato sia con la new economy sia con i prezzi degli immobili – che una bolla inizi in presenza di aumenti dei prezzi mossi da un’aumentata domanda giustificata da più elevati valori fondamentali.

Per riportare sotto controllo i prezzi in questione è utile soprattutto annunciare politiche appropriate e credibili che servano ad aumentare la prevedibile offerta e/o a ridurre la prevedibile domanda. Il fatto che si sia molto tardato a fare ciò, o magari si sia fatto il contrario andando solo alla ricerca di qualche capro espiatorio, spiega perché la tendenza dei prezzi non sia stata fermata per tempo. Resta la necessità di una politica strutturale appropriata: meglio tardi che mai.

Ciò è particolarmente vero se confrontiamo le diverse bolle quanto alle loro conseguenze economiche e sociali. La prima bolla, quella della new economy, illuse tanti di un facile arricchimento che poi venne a mancare. La seconda bolla è stata molto più grave perché alimentata dal credito bancario ha messo a rischio la stabilità finanziaria, creando le premesse di una vera e propria crisi delle banche. La bolla food and energy è ancora più grave, ma per un altro motivo: è la più globale perché food and energy riguardano tutta l’umanità, ed ha conseguenze sociali devastanti nella misura in cui rende più difficile l’accesso al cibo da parte dei poveri di tutto il mondo. La correzione che si è già registrata nei prezzi food and energy a partire da metà luglio 2008 non è sufficiente a far ritenere che ogni problema sia già risolto”.

 

Alessandra Iovinella, Chief Growth Officer di FutureBrand (Milano) riassume e rilancia, aprendo il delicato fronte degli imballaggi: “Reduce – Recycle – Reuse rappresentano le parole chiave che hanno come obiettivo ultimo il rispetto della natura e dell’ambiente in cui viviamo. Come FutureBrand, nel nostro lavoro aggiungiamo alle 3R, la quarta: la R di Rispetto, rispetto per il consumatore. Rispetto che si traduce nella ricerca continua e costante, di prodotti, materiali, forme, comunicazione, per offrire ai nostri clienti e quindi ai consumatori soluzioni all’avanguardia. Il nostro impegno sta nell’ideazione e creazione di un pack che cerca di coniugare al meglio innovazione sia di materiali che struttura, per validare concretamente l’approccio green. Ma il pack deve essere a servizio del consumatore attraverso una comunicazione trasparente: dare le informazioni chiare del perché il pack è “green” e quali sono i benefit concreti”.

 

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