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San Marino, prua verso lo Spazio Economico Europeo

da Redazione

Prua del Governo verso lo Spazio Economico. L’esperienza (molto positiva) del Liechtenstein: è entrato nel 1995.

di Saverio Mercadante

 

“Da tutti i colloqui è emerso in maniera chiara che la strada dell’ingresso nello Spazio Economico Europeo rappresenterebbe l’opzione vista con maggior favore dalle istituzioni comunitarie”. Sembra abbastanza chiaro, fatti salvi naturalmente tutti i dovuti approfondimenti ancora in atto, l’orientamento del governo dopo gli incontri del Segretario di Stato per gli Affari Esteri e Politici Antonella Mularoni avuti a Bruxelles nei giorni scorsi.
Sul tappeto la compatibilità fra l’unione doganale esistente e l’ingresso in uno Spazio in cui gli altri paesi non hanno invece tale unione doganale. La compatibilità del nostro regime fiscale concernente le imposte indirette, che contempla l’imposta monofase, col sistema IVA esistente all’interno dell’Unione Europea. In settembre vi era già stato un seminario, organizzato dalla Direzione Generale Relex (Relazioni Esterne) della Commissione europea sullo Spazio Economico Europeo con i Paesi europei di piccole dimensioni a cui aveva partecipato anche una delegazione di tecnici della Repubblica.
La Commissione ha chiesto ai 3 micro-Stati, San Marino, Andorra e Montecarlo, se sono interessati ad una maggiore integrazione nel mercato unico europeo, senza meglio precisare allo stato attuale se ciò debba avvenire nel quadro dello SEE o in altra forma, ad esempio mediante accordi ad hoc. Non è stata nemmeno esclusa la possibilità di migliorare il funzionamento degli accordi attualmente in vigore con ciascuno Stato.

 

SEE: l’esperienza del Liechtenstein
Negli anni Novanta, quando il Liechtenstein ha avviato il dibattito per un’eventuale adesione allo Spazio, l’opinione pubblica era divisa. Oggi nessuno mette più in discussione questa scelta, compiuta nel 1995 a seguito di un voto favorevole in Parlamento e due successivi referendum confermativi. E’ stata posta l’attenzione sul recepimento dell’acquis comunitario, ovvero il diritto acquisito comunitario, sugli investimenti nella formazione di esperti e sull’impatto in termini di riorganizzazione dell’Amministrazione Pubblica.
La responsabilità per la gestione politica dell’Accordo SEE è, a livello nazionale, di competenza del bureau del Primo Ministro, presso il quale è stata istituita l’Unità di coordinamento SEE: è incaricata della gestione giornaliera dell’Accordo SEE e dell’organizzazione del recepimento della legislazione comunitaria.
Quest’ultima è composta da un gruppo di giuristi, ciascuno a capo di un sotto-comitato responsabile dei settori regolati dall’Accordo (libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali, delle persone ed alcune politiche orizzontali) e costituisce il Dipartimento del Liechtenstein incaricato di coordinare il recepimento degli atti legislativi dell’Unione Europea rilevanti per lo Spazio Economico Europeo e della gestione giornaliera dell’Accordo per quanto attiene alle questioni giuridiche. L’Ente ha infatti il compito di sorvegliare il rispetto dei tempi di adozione dell’acquis comunitario da parte dei Ministeri e degli uffici della Pubblica Amministrazione. Parallelamente, la Missione a Bruxelles si occupa di seguire l’evoluzione delle materie oggetto dell’Accordo SEE e delle Politiche europee, riferendone al Ministro degli Affari Esteri. Essa partecipa ai comitati UE e SEE, conduce negoziati e, più in generale, mantiene i contatti con le controparti dell’UE e dell’EFTA (Associazione Europea per il Libero Scambio). Due volte l’anno il Governo del Liechtenstein dedica i suoi lavori in via esclusiva al controllo del recepimento degli atti UE/SEE. Il Parlamento del Liechtenstein si è inoltre dotato di un Comitato SEE, responsabile per gli atti legislativi SEE che richiedono la modifica della legislazione interna.
Grazie a tale sistema, in cui è sempre possibile rintracciare chi è responsabile di un determinato atto legislativo UE, il Paese raggiunge una percentuale di recepimento del 99,6%. In totale, in Liechtenstein si applicano 1719 direttive relative al mercato interno europeo; ogni anno devono essere recepiti circa 280 nuovi atti, che si distinguono in Regolamenti, direttamente applicabili, e Direttive, che necessitano, invece, di un’adeguata trasposizione nell’ordinamento interno.
Un’ottantina di funzionari appartenenti ai diversi Ministeri si occupano della gestione dell’Accordo SEE; di questi, almeno 25 con un impegno quotidiano. Per sopperire alle carenze di una piccola amministrazione ci si avvale inoltre della collaborazione di esperti stranieri. Il Liechtenstein tuttavia ha sottolineato l’importanza della formazione continua di funzionari e giuristi del Paese, così da avere cittadini in grado di padroneggiare la legislazione comunitaria e il funzionamento dei processi decisionali UE/SEE.
Per il Liechtenstein l’adesione allo Spazio Economico Europeo rappresenta – secondo la nota della Segreteria di stato per gli affari esteri – un’esperienza altamente positiva che potrebbe rappresentare un modello per altri piccoli Stati, da prendere a riferimento nelle proprie relazioni con l’UE.

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