Home FixingFixing L’Italia tira il freno alla disoccupazione

L’Italia tira il freno alla disoccupazione

da Redazione

Le aziende italiane tentano di rimettersi in moto. Il saldo nel 2010 tra posti persi e nuovi addetti è in chiaro miglioramento.

Le aziende italiane tentano di rimettersi in moto, tanto che il saldo nel 2010 tra posti persi e nuovi addetti rimane negativo ma in chiaro miglioramento. E’ quanto rivela il Rapporto Unioncamere 2010, l’ampio dossier sullo stato di salute del sistema Paese. Secondo i dati elaborati, infatti, nel 2010 sono previste dalle aziende italiane 830mila assunzioni (si tratta di 50mila in più di quelle messe in conto nel 2009), ed uscite in linea con quelle dello scorso anno.
Il saldo tra posti acquisiti e quelli persi rimane comunque negativo (173mila posti di lavoro in meno, -1,5% il calo atteso per l’occupazione), ma la contrazione dei posti di lavoro dovrebbe essere inferiore a quella del 2009 (quando la flessione prevista ha toccato il –2%). Il Rapporto rileva anche le buone previsioni formulate dagli imprenditori manifatturieri e commerciali, che al corrente 2010 guardano con atteggiamento positivo.
Secondo le elaborazioni sui dati dichiarati dalle prime 40mila imprese interpellate nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, il tasso di entrata si attesterà nel 2010 poco sopra il 7% (era il 6,8% nel 2009), mentre il tasso di uscita si collocherà all’8,6% (era l’8,7% lo scorso anno), arrivando a un saldo del –1,5%. A ridursi sarà soprattutto l’occupazione delle imprese industriali (-2,5%) rispetto a quelle delle attività terziarie (-0,7%). All’interno della manifattura il picco più negativo dovrebbe essere quello dell’edilizia con un -3,7% di flessione stimata rispetto all’anno scorso.
Ancora in difficoltà saranno le imprese del made in Italy come il “sistema moda”, l’arredamento, i beni per la casa ed il tempo libero. Questi settori saranno interessati a riduzioni comprese tra il –2,7% ed il –3%. In linea con la media dell’intero settore manifatturiero dovrebbe invece collocarsi la lavorazione dei metalli e della meccanica, mentre inferiore alla media dell’industria (intorno al -1%), sarà la flessione rilevata in settori che si sono mostrati più al riparo dalla crisi internazionale, come la filiera dell’energia e la chimica e farmaceutica. Miglioramenti invece nel terziario, dove alcuni settori potrebbero far registrare nel 2010 lievissimi incrementi dell’occupazione (tra lo 0,1% e lo 0,8%): si tratta della sanità e servizi sanitari privati, dell’informatica, delle telecomunicazioni e dei servizi operativi alle imprese ed alle persone.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento