Sul circuito di Yeongam, Fernando Alonso ha portato la Ferrari sul gradino più alto del podio. Secondo Lewis Hamilton, terzo Felipe Massa. Domenicali: “Dobbiamo continuare a lavorare, la Corea ha dimostrato che basta una corsa per riaprire i giochi”.
Chissà se ci credeva davvero, quando a luglio, dieci minuti dopo la fine del Gp di Gran Bretagna e lo 0 (14° posto) che l’aveva fatto precipitare a -47 da Hamilton (e con altri tre piloti davanti), diceva “vincerò il Mondiale”. Solo il rispetto per un due volte campione del mondo aveva impedito ai giornalisti più disinvolti di guardarlo con un sorriso di compatimento. Che fosse istinto di sopravvivenza o reale convinzione, Fernando Alonso ha completato una rimonta che in pochi ritenevano possibile. E’ stato lui il faro che ha guidato la Ferrari fuori dalla crisi d’estate (19 punti complessivi per il team nei tre GP tra Canada e Silverstone). La Corea è stata dispettosa: la pioggia battente ha voluto che al semaforo verde le macchine partissero dietro la safery car. Poi un’interruzione di quasi un’ora (che ha messo a rischio lo svolgimento della gara) e infine il duello in pista. A pochi minuti dal semaforo verde Mark Webber finisce in testacoda, coinvolgendo lo sfortunato Nico Rosberg. “È stato un mio errore, non è la mia giornata – ha detto l’australiano – ma il mio Mondiale non finisce qui. Ora le posizioni ora non contano. Contano i punti, questo è il mio secondo ritiro quest’anno. Abbiamo ancora a disposizione due gare e dobbiamo fare il massimo. Qui ho sbagliato io, senza discussioni: ho messo una ruota sul cordolo all’uscita della curva 12. Ho perso il controllo, ho pensato di poter rimediare ma non c’è stato modo di farlo. Ora sono indietro in classifica ma siamo tutti lì raccolti”. Il weekend nero della Red Bull raggiunge il suo compimento quando, al 44° giro, il motore di Vettel saluta la pista e Alonso, incredulo ma perfetto fino all’ultima curva, vola verso il traguardo che gli vale la leadership con 231 punti, davanti a Webber fermo a 220 ed Hamilton che segue in terza posizione a 210 quando mancano due gare alla fine della stagione. “Credo sia la mia prima vittoria bagnata – ha detto a fine gara l’asturiano -. Direi che è davvero speciale. Questa vittoria non cambia niente. Con il sistema di 25 punti per gara ci sono almeno quattro o cinque piloti ancora in lizza”. “Abbiamo reagito con l’unica ricetta che conosciamo – spiega il responsabile della Gestione sportiva, Stefano Domenicali – lavorando e lavorando. Ma ora dobbiamo continuare, l’errore più grande sarebbe quello di ritenere chiuso il discorso. Proprio la gara coreana ha dimostrato che basta una corsa per riaprire i giochi”. In attesa che Interlagos (7 novembre) e Abu Dhabi (una settimana più tardi) emettano i verdetti sui titoli 2010 (Alonso adesso ha 11 punti di vantaggio su Webber e 21 su Hamilton), i tifosi della Ferrari hanno ancora negli occhi le magie di Alonso su un circuito all’inizio allagato, tanto da richiedere quasi un terzo di corsa dietro la safety car, poi comunque a dir poco insidioso. “E’ stata una corsa molto difficile – ha spiegato lo spagnolo, rimarcando come il suo primo successo ‘bagnato’ sia davvero speciale – Non avevamo nessun riferimento. Libere e qualifiche erano state corse sull’asciutto, ed essendo il primo GP su un circuito nuovo non avevamo parametri cui far affidamento. In alcuni punti il grip era buono, in altri pessimo. Per fortuna la F10 è stata perfetta”.