Home NotizieSan Marino S. Marino, la Reggenza striglia i Sessanta

S. Marino, la Reggenza striglia i Sessanta

da Redazione

È iniziato ieri il Consiglio Grande e Generale. Una sessione difficile, delicata, con i conti pubblici in rosso sul tavolo e, sotto sotto, le grandi manovre politiche. In questo contesto il messaggio della Reggenza, appena insediata, che "striglia" la classe politica sammarinese.

È iniziato ieri il Consiglio Grande e Generale. Una sessione difficile, delicata, con i conti pubblici in rosso sul tavolo e, sotto sotto, le grandi manovre politiche. Grandi manovre che dovrebbero portare poi a cosa?
In questo contesto s’inserisce il forte messaggio della Reggenza, che di fatto ha tirato le orecchie ai Consiglieri. Usando parole dure, fuor di metafora. Perché le responsabilità della politica, in questa crisi sammarinese, sono indubbie.
“In questi anni – è uno dei passaggi più significativi del discorso – non abbiamo saputo amministrare un benessere diffuso e un notevole livello di entrate pubbliche per investire, far crescere il Paese, essere all’avanguardia in materia ambientale, innovare nei settori tradizionali del turismo e del commercio. Siamo invece stati molto bravi a creare eredità come l’elevatissimo livello di spesa corrente nel bilancio dello Stato, con cui oggi dobbiamo dolorosamente fare i conti".
Senza contare che il rischio, oggi, senza una guida seria e irreprensibile, è che si insinuino nei cambiamenti in atto e nei cambiamenti necessari che ancora devono essere attuati, situazioni di illecito o di illegalità che cancellerebbero quanto fatto finora.
E questo messaggio, gli Eccellentissimi Capitani Reggenti l’hanno recapitato forte e chiaro nelle orecchie dei Sessanta. L’appello è rivolto agli uomini di “buona volontà”, che dovranno rimboccarsi le maniche e confrontarsi con franchezza in un dibattito che vada oltre le divisioni, per arrivare a scelte coraggiose che partano dal risanamento dei conti pubblici.
Questo la Reggenza non l’ha detto ma lo aggiungiamo noi: senza una vera e propria riforma del “modello Pubblica Amministrazione” (che va oltre la riforma normativa intrapresa dal Segretario Ciavatta) non si può proprio sperare di risolvere il problema. Anche se la Reggenza nel suo discorso ha parlato chiaramente di “chiedere ai sammarinesi quelle rinunce alle quali non sono più abituati”, “andando a colpire privilegi diffusi”. Una svolta epocale, insomma, che richiede coraggio per andare incontro a impopolarità necessarie.
L’obiettivo primario, poi, è quello di arrivare alla firma dell’accordo bilaterale con l’Italia, la vera spina nel fianco del Titano, che però passa anche in questo caso da un vero cambio di passo – vero non millantato – nella mentalità oltre che nelle normative. E qui c’è ancora tanto da fare.
Ma il discorso della Reggenza è encomiabile, perché in ballo, e lo vedremo proprio in questi giorni con l’analisi dei conti pubblici, c’è addirittura la sopravvivenza dello Stato di San Marino.

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