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Pio Manzù, Trichet: l’economia ha sopportato il primo stress test

da Redazione

Le sfide del millennio sono state al centro dei lavori del Pio Manzù, che si è chiuso domenica dopo tre giornate intense di appuntamenti e di interventi di grandissimo spessore. A partire dall’intervento di Jean-Claude Trichet.

Le sfide del millennio sono state al centro dei lavori del Pio Manzù, che si è chiuso domenica dopo tre giornate intense di appuntamenti e di interventi di grandissimo spessore. A partire dall’intervento di Jean-Claude Trichet, Presidente della Banca Centrale Europea, premiato peraltro con la Medaglia del Presidente della Repubblica.
Sei le sfide, in particolare, su cui i relatori si sono confrontati: ecosfida e sviluppo sostenibile, crescita demografica asimmetrica e risorse, i conflitti etnici e il terrorismo, crescita globale e partecipazione femminile, trasformazione dell’economia e delle forme di produzione, valori etici universali e obiettivi a lungo termine nella politica.


JEAN CLAUDE TRICHET: STRESS-TEST SUPERATO. ELOGI A BANKITALIA
"Il primo stress-test è stato sopportato dall’economia e dalla finanza globali". Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, definisce così la crisi economica da cui il mondo sta cercando di uscire e, intervendo alle giornate di Studio del Centro Pio Manzù, a Rimini, ha sottolineato che "per la prima volta abbiamo messo alla prova il rafforzamento delle interdipendenze delle economie e dei mercati". "Ciò che è successo" e i termini in cui è successo, che Trichet ha rapidamente ripercorso, "sono la prova che esiste un’economia globale, com un’altissima capacità di contagio". Sempre a proposito della crisi, Trichet ha anche spiegato che la crisi del 2007 e del 2008 ha evidenziato "un ruolo fondamentale delle banche centrali", ma anche una "estrema fragilità dell’economia globale", che ha avuto una "evoluzione spontanea. E’ importante – ha detto Trichet – non trovarci più nella stessa situazione le nostre democrazie non reggerebbero un secondo stress. Per questo siamo obbligati a creare un sistema centrale molto più resistente".

Capitolo Italia. Per Trichet lo Stivale ha mostrato una fermezza sul fronte dei conti pubblici che la Bce accoglie ”con favore”, invitando a ridurre in fretta il debito. E bene ha fatto la Banca d’Italia a tenere il timone dritto sulla vigilanza delle banche, evitando il terremoto creditizio di altri Paesi. Accanto agli elogi, Trichet invita però l’Italia, così come tutti gli altri Paesi europei ad alto deficit, a non abbassare la guardia sul risanamento dei conti e a proseguire nelle riforme per esprimere il suo ”fantastico potenziale”: messa da parte la proposta (anche dall’Italia) di introdurre il debito privato, i parametri su cui valutare lo stato dei conti europei ”restano quelli di Maastricht”: cioè deficit e debito pubblico in percentuale del Pil. I paesi dell’area euro – spiega il banchiere francese ospite d’onore del centro studi Pio Manzù – devono ridurre in fretta il disavanzo, tendendo al pareggio così da far calare il debito. Un invito che vale per l’Italia, con il suo debito atteso a oltre il 115% del Pil, ma non solo. La Penisola ”ha dato capacità di ridurre il suo deficit e la sua spesa pubblica, ed è una cosa che accogliamo con favore”, e del resto i parametri di Maastricht ”non valgono solo per l’Italia ma per tutti”, dato che ”in molti Paesi il debito supera il limite del 60% del Pil”. Ritornerà sull’argomento anche poco dopo durante un’intervista a Sky Tg24: ”L’Europa e l’Italia in particolare hanno un potenziale fantastico, risorse umane straordinarie”, afferma il presidente Bce ribadendo l’essenzialità delle ”riforme strutturali”. Qualche esempio? ”Sono necessarie più ricerca e sviluppo – dice Trichet – per creare un’economia basata sulla conoscenza attiva. Molti mercati inoltre non sono flessibili, ad esempio quello del lavoro” Il presidente della Bce apre uno spiraglio all’estensione del fondo Ue di stabilità finanziaria, e in un’intervista a La Stampa prende le distanze dal membro del consiglio Bce Axel Weber che chiede uno stop all’acquisto dei bond (”No! non è questa la posizione del consiglio, che ha una maggioranza schiacciante”). Ma sono i conti l’argomento che più gli sta a cuore oggi, e se in Italia non c’è stata un’esplosione del deficit è anche il risultato di un sistema bancario che non ha avuto bisogno di iniezioni di capitali pubblici. E qui il banchiere francese indugia sul ruolo di Bankitalia: il settore bancario italiano ”si è dimostrato più resistente e di questo ovviamente mi congratulo, in particolare, con la Banca d’Italia che è stata ”particolarmente rigida nella sorveglianza delle banche”. Anche perché – spiegherà poco più tardi ad una televisione – la crisi non è passata: ”a chi dice che abbiamo risolto i nostri problemi, bisogna dire che non è così. Dobbiamo restare vigili”. Il cenno al lavoro del governatore Mario Draghi, citato anche come presidente del Financial Stability Board, capita mentre s’infittisce la ridda di ipotesi sulla successione di Trichet alla presidenza della Bce il prossimo anno, e che vede Draghi come possibile candidato in alternativa al tedesco Axel Weber. E mentre, in Italia, continua a far discutere l’osservazione di Bankitalia secondo cui al netto di cassintegrati e ‘scoraggiati’ la disoccupazione italiana è all’11%. In contemporanea, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è tornato sull’argomento: ”Bankitalia a volte dice cose serie, altre volte stupidaggini” chiedendo: ”e se mettessimo dentro i due milioni di lavoratori in nero? In Italia non ci sarebbe disoccupazione. Probabilmente quell’11% scenderebbe al 2-3%, cioè alla piena occupazione. Non è serio ragionare con i se”.

A TRICHET IL PREMIO PIO MANZU’ 2010. ELOGI AL CINEMA DI FELLINI
Il Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet è stato peraltro insignito della medaglia della Presidenza della Repubblica italiana, al Pio Manzù di Rimini. “Trichet ha contribuito alla comprensione critica del funzionamento della finanza contemporanea – si legge nella motivazione – con una visione che si ispira al rigore, alla trasparenza e a riforme strutturali”. Il Centro Pio Manzù rende omaggio a Jean-Claude Trichet “per il vigore del suo impegno riconoscendogli rilevanti meriti nella gestione della crisi finanziaria globale, mediante l’indicazione delle linee guida per l’attuazione risoluta delle politiche economiche con un piano di salvataggio che ha dato al mondo intero una nuova immagine politica ed economica dell’Unione Europea”.
“Sono particolarmente felice di essere a Rimini, città della cultura e di Federico Fellini – ha detto Trichet ricevendo il premio – Amarcord é uno dei film che più apprezzo”.

IL SALUTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO
”Problemi quali il dilemma tra cambiamento climatico e fabbisogno energetico, le dinamiche demografiche, il valore della presenza femminile nell’economie moderne, l’equilibrio tra etica e libertà rappresentano alcune delle questioni cruciali dalla quali dipenderà, nei prossimi decenni, la nostra capacità di perseguire uno sviluppo che sia socialmente ed ecologicamente sostenibile”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera di saluto alle Giornate internazionali del centro Pio Manzù che si è concluso domenica a Rimini. Gli incontri organizzati dal centro – si legge nell’intervento – costituiscono una ”preziosa occasione” per approfondire temi ”di grandissima attualità”.


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