Si è conclusa l’udienza d convalida del fermo di Sabrina Misseri, accusata, con il padre Michele Misseri, dell’omicidio di Sarah Scazzi. Secondo lo psicologo Alessandro Meluzzi sarebbe lei la vera colpevole. E il padre si sarebbe accusato per proteggerla.
Si è conclusa l’udienza di convalida del fermo di Sabrina Misseri, accusata, con il padre, Michele Misseri, dell’omicidio in concorso di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa lo scorso 26 agosto.
Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto della cugina di Sarah Scazzi. La decisione al termine di un interrogatorio, durato due ore, al termine del quale si è appreso solo che la 22enne ha respinto ogni addebito.
Subito dopo l’udienza hanno lasciato il carcere di Taranto il Gip Martino Rosati, il procuratore aggiunto Pietro Argentino, il Pm Mariano Buccolieri e il comandante del Reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri Antonio Russo. Nessuno di loro ha rilasciato dichiarazioni.
Due carabinieri della sezione giudiziaria del Tribunale di Taranto si sono intanto recati nella casa di Michele Misseri, probabilmente per consegnare alla moglie dell’uomo, Cosima Spagnolo, un invito a comparire davanti ai pm della Procura della Repubblica come persona informata sui fatti.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che dovrebbero effettuare altre verifiche, a strangolare con una corda Sarah sarebbe stato Michele Misseri mentre la figlia Sabrina teneva per le braccia la vittima. La madre di Sabrina, Concetta, ha sempre detto che mentre la figlia aspettava Sarah e l’amica Mariangela per andare al mare, lei riposava.
"Mi sveglio la mattina, e spero che sia tutto finito. Guardo fuori. Ci sono le televisioni e i curiosi, e la gente che ti osserva come tu fossi un baraccone, ti fa le condoglianze e ti guarda. E così capisco che pure adesso che Sarah è stata seppellita questa è una storia che non finirà mai, che ci distruggerà tutti, chi in carcere chi per il dolore. Anche per questo, una volta che sarà costruito il monumento per Sarah, io verrò a prendere mia moglie e la porterò via da Avetrana". Così Giacomo Scazzi, padre di Sarah, in un’intervista al ‘Quotidiano Nazionale’. "Verrà con me e con mio figlio, su in Lombardia – ha continuato Giacomo Scazzi – Starà a Legnano o da qualche altra parte. Ma questa casa la chiuderemo e ad Avetrana verremo solo per portare i fiori alla bambina. Non che abbia rancore per il paese, il paese ci è stato vicino. Ma è il paese dove Sarah è stata ammazzata. Anche per Concetta restare qui non ha più senso".
PER LO PSICOLOGO ALESSANDRO MELUZZI IL PADRE HA COPERTO SABRINA
Intanto Affariitaliani.it ha intervistato Alessandro Meluzzi, psichiatra e psicologo che sta seguendo passo dopo passo il caso di Sarah Scazzi, per capire che cosa sta succedendo e indagare nella personalità di questa ragazza che ha trascorso gli ultimi 50 giorni in televisione. E Meluzzi ha un’idea piuttosto chiara in questa vicenda, un’idea che ribalta quella che i più si sono fatti: "Sono fortemente colpevolista nei confronti di Sabrina. Tenderei proprio a ribaltare le responsabilità tra lei e il padre. Tutti parlano di questo personaggio come un padre padrone all’interno di uno scenario pesantemente matriarcale, abusi o non abusi. Credo che nel concorso di colpe bisogna mettere ancora in ordine la successione dei fatti e le gerarchie delle responsabilità". Sta dicendo – incalza il giornalista, che il padre ha coperto la figlia ma in realtà non c’entra con la morte di Sarah?
"Sì, credo che il padre l’abbia coperta e che nella dinamica dell’omicidio sarà fortemente valorizzato il ruolo attivo di Sabrina. E lo penso in base a una serie di deduzioni logiche che tra l’altro coincidono anche con quanto afferma il medico legale. E anche sulle dinamiche successive, nel momento in cui il padre quasi come un lapsus ha fatto ritrovare il telefonino sul suo campo. Questo avviene quando qualcuno, nell’inconscio, preso da un senso di colpa, non resiste".
E ancora “Il padre è stato un capro espiatorio, fino a quando ha retto”, mentre Sabrina “si è presentata con una enorme capacità istrionica. Tutti i fatti si sono svolti sotto le telecamere e questo ha finito per incurvare la traiettoria dei comportamenti”.