L’esplosione di grisù in una miniera di carbone del centro della Cina ha provocato la morte di 30 minatori, mentre altri sette si trovano ancora intrappolati sotto terra. E’ quanto ha riferito l’Amministrazione cinese per la sicurezza sul lavoro.
Se il Cile sorride e si stringe attorno ai minatori portati in salvo dopo 69 giorni, la Cina piange: "Lunedì alle 6 del mattino (mezzanotte in Italia, ndr), abbiamo avuto conferma di 30 morti e sette minatori ancora intrappolati", è stato spiegato con un comunicato. L’esplosione ha avuto luogo nella miniera di Pingyu, situata a Yuzhou, nella provincia di Henan, mentre 276 uomini si trovavano in sotterraneo. La miniera è di proprietà della Pingyu Coal & Electric Company Limited. Le operazioni di soccorso ai sette minatori intrappolati sono ostacolate dalla polvere fitta che si trova all’ingresso del pozzo e che lascia poche possibilità di sopravvivenza ai minatori che rischiano l’asfissia. Le miniere cinesi sono considerate tra le più pericolose del mondo a causa di corruzione e negligenza in materia di sicurezza, come pure della priorità accordata alla produzione piuttosto che alla salvaguardia della salute degli operai. Lo scorso anno 2.631 persone sono morte per incidenti in miniera, secondo fonti ufficiali di Pachino.