Home FixingFixing Diario della crisi dell’8 ottobre 2010

Diario della crisi dell’8 ottobre 2010

da Redazione

Tagliare i consumi ma non tagliare la spazzatura.

di Saverio Mercadante

 

Gli italiani si permettono sprechi da sodoma e gomorra alimentare. Secondo la Cgia di Mestre nel 2009 le famiglie italiane hanno messo a dieta i consumi per qualcosa come 12,6 miliardi di euro, di fatto 516 euro a nucleo di spese in meno. Forbici su trasporti, alimentari, abbigliamento e calzature. La spesa media si è attestata in Italia nel 2009 a quota 2.442 euro per ogni nucleo familiare, in contrazione dell’1,7% rispetto al precedente anno. Contemporaneamente le famiglie buttano alla lettera nel cassonetto della spazzatura, secondo la Coldiretti, il 37% di quanto acquistato per mangiare. Viene macerata spesa per 37 miliardi di euro. Nei sacchetti dell’immondizia ci sarebbe quindi cibo da sfamare 44 milioni di persone. I dati di Coldiretti sono stati elaborato da una indagine di Last minute market dell’Università di Bologna, che ricorda come il controvalore del cibo in spazzatura tocchi il 3% del Prodotto interno lordo. I beni alimentari più a rischio spazzatura sono frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati che si classificano tra i prodotti più a rischio. Dall’altra parte dell’Atlantico dal minimo stato del New Jersey si sono aperti buchi neri senza fine: a fronte di una delle aliquote fiscali più alte degli USA un rosso di 85 miliardi sulle pensioni dei suoi statali e di 67 sulla sanità, quasi sconosciuto. Si parla della California, ma l’Illinois obamiano, underfunded di 80 miliardi sulle pensioni, è quasi alla bancarotta. Si salvano i virtuosi stati della Bible Belt come il Texas. Tornando sul mediterraneo l’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi del sindacato ha affermato che il tasso di disoccupazione italiano reale viaggi intorno all’11,5%. Il dato ufficiale Istat, infatti, è stato integrato con i lavoratori inattivi e in Cassa integrazione, visti come “un potenziale di disoccupazione”.

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