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Dati del Cis a disposizione degli ispettori di Bankitalia

da Redazione

Il fattore chiave: non vi è stata opposizione alle verifiche della controllante Carim.

di Loris Pironi

 

Un messaggio (intimidatorio) sia chiaro a tutti: entrare in contatto con il sistema finanziario sammarinese è pericoloso. Molto pericoloso. E se a Unicredit è stato “consigliato” di sbarazzarsi (la buttiamo lì come un’illazione più che verosimile) della Banca Agricola Commerciale, con la Cassa di Risparmio di Rimini, un punto di riferimento per la capitale del turismo, una delle banche di territorio considerate per anni tra le più solide d’Italia, non è stata usata una simile gentilezza. E così, dopo un’ispezione durata mesi, questa settimana, quasi un fulmine a ciel sereno, è arrivato il commissariamento. Firmato dal Ministro alle Finanze Giulio Tremonti (sempre lui), con un chiaro ed esplicito riferimento a San Marino. Testualmente, Banca Carim, Cassa di Risparmio di Rimini Spa, è stata sottoposta ad amministrazione straordinaria “per gravi irregolarità nell’amministrazione e violazioni normative, gravi perdite patrimoniali nonché per gravi inadempienze nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese (CIS)”. Gli addetti ai lavori, così come i sindacati, hanno parlato senza ombra di dubbio della volontà di Bankitalia (su pressione del Ministro?) di introdursi a San Marino sfruttando la Cassa di Risparmio di Rimini come una sorta di cavallo di Troia. Una versione che ha una sua plausibilità purtroppo, una decisione che tuttavia ha come lieve “effetto collaterale” il contraccolpo inferto alla banca principale di Rimini. Ma questa è la finanza, che piaccia o non piaccia. E poi la questione sammarinese è solo una delle tre poste sul tavolo da Bankitalia (e da Tremonti): le altre due sono le annunciate irregolarità nell’amministrazione, e qui ci dobbiamo fidare dei controllori di Palazzo Koch, e le gravi perdite patrimoniali, che sono scritte nero su bianco, approvate nel bilancio semestrale reso noto a fine settembre, con un “rosso” da 30,8 milioni di euro, dovuto al “contesto economico non favorevole” e ai “consistenti accantonamenti posti a presidio dei finanziamenti concessi”. Cosa succederà adesso? Da un punto di vista dell’operatività assolutamente nulla, né per la Cassa di Risparmio di Rimini, né tanto meno per il Credito Industriale Sammarinese, una delle quattro banche storiche del Titano. Per la Carim si sono già mosse le istituzioni, con Sindaco di Rimini e Presidente della Provincia che, in una nota congiunta, anticipano realisticamente che il livello di preoccupazione e di ansia del sistema economico e imprenditoriale (riminese e non solo) è destinato a crescere progressivamente. Quindi l’accorato appello, rivolto a tutti: non facciamoci sopraffare dal panico, diamo una risposta di sistema. Ma soprattutto, e questo è un dato di fatto importante, Alberto Ravaioli e Stefano Vitali parlano, senza mezzi termini, di ‘caso San Marino’. “Uno Stato alle prese con un rigido giro di vite da parte del Governo Italiano – scrivono – i cui tempi accelerati non collimano con i percorsi recentemente messi in atto dalla Repubblica autonoma per colmare anomalie che hanno una lunga storia. L’equilibrio è delicatissimo: sul tessuto socioeconomico riminese rischiano di ricadere le conseguenze di tale fragilità”. Alla fonte di San Marino il mondo economico riminese ha attinto per anni a piene mani senza farsi troppi problemi e ciò che sta accadendo oggi deve essere un monito, per Rimini quanto per la Repubblica di San Marino, a non dare più nulla per scontato e a lavorare insieme per una crescita comune, in un inscindibile rapporto che è stato colpevolmente trascurato da entrambe le parti.

 

Credito Industriale Sammarinese

Della Cassa di Risparmio in questi giorni è stato detto e scritto tutto (compresa l’impeccabile difesa d’ufficio di Massimo Pasquinelli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini che garantisce che le spalle della Fondazione sono oltremodo solide da garantire sonni tranquilli a risparmiatori e investitori). E del Credito Industriale Sammarinese? I vertici dell’Istituto, interpellati da Fixing, hanno fatto sapere che per il momento non parlano, perlomeno non ora, non prima di essersi confrontati con i Commissari dell’istituto riminese che detiene il 100% delle quote del Cis. Quello che garantiscono è la sicura operatività dell’istituto. Sul quale peraltro non pendono dubbi di alcun genere: l’attività del Credito Industriale è sottoposta alla vigilanza di Banca Centrale e Banca Centrale non ha registrato irregolarità e normative: l’ha assicurato direttamente il Segretario di Stato alle Finanze Pasquale Valentini, sul cui capo è venuta a gravare anche questa ennesima tegola, nell’ambito di un rapporto con l’Italia che proprio non riesce a distendersi. Ma c’è un aspetto di fondamentale importanza in tutta questa vicenda e che è stato, forse con un eccesso di leggerezza, trascurato: la trasmissione dei dati sensibili sui conti correnti dalla banca controllata Extra-Ue (cioè sammarinese) alla controllante italiana (in questo caso la Carim) dovrebbe essere regolata da un accordo internazionale, proprio quello che si trova probabilmente nascosto sotto una pila di scartoffie sulla scrivania di Tremonti e che lo stesso si rifiuta di firmare. Malgrado questo, sentito il parere del Garante della Privacy, il Cis avrebbe trovato il modo di fornire le informazioni richieste dagli ispettori di Bankitalia (non spedendo il materiale ma aprendo le porte agli incaricati della Carim), nel pieno rispetto dei tempi dell’ispezione. I dati messi a disposizione sono poi stati presi e vagliati? Su questo “dettaglio” è calata una cortina di silenzio. Resta il fatto che San Marino ha deciso di non fare ostruzione, seguendo la linea di collaborazione già imboccata da mesi, e ha servito sul piatto le informazioni richieste, facendo la propria parte. Una parte che però è stata ignorata quando si è trattato di porre la Carim in amministrazione controllata.

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