Home FixingFixing Cersaie: la lectio magistralis di David M. Childs

Cersaie: la lectio magistralis di David M. Childs

da Redazione

L’architetto newyorkese e il rapporto con la sua città: “Ground zero è un luogo sacro che restituirò alla vita”.

Costruire una città migliore. Cogliendo un’opportunità anche laddove la tragedia e la follia umana hanno colpito più duramente. Dimostrando con i fatti che l’architettura può essere di più, molto di più, della pur nobile arte di interpretare gusti e mode del momento. Questo il biglietto da visita con cui David M. Childs, architetto di fama mondiale con 40 anni di carriera alle spalle – molti dei quali passati al timone della Skidmore, Owings & Merril LLP (SOM) – si è presentato al Cersaie. Di scena, la “lectio magistralis” che ha visto l’archistar prendere la parola in un Palazzo dei Congressi gremito, per carpire dalla viva voce del maestro come trasformare le “visioni”, quasi idee platoniche che ballano nelle menti degli architetti, in progetti concreti, realizzati o realizzabili. Anche in un luogo, “ground zero”, considerato da molti sacro, inviolabile. La sfida di Childs? Restituire “ground zero” alla vita, restituirlo alla città. “Certamente questo è stato un progetto emozionante – ha osservato Childs – lo è stato per tutti gli americani, specialmente i newyorkesi, e ancora di più lo è stato per quelli, come noi, che hanno lavorato sul sito. Ma noi newyorkesi guardiamo a questa faccenda come a un’opportunità per ricominciare, ricostruire. Dobbiamo partire dal presupposto che buona parte della nostra città non è un ‘bel posto’. In questo caso ci è stata data l’opportunità di tornare indietro e di costruire meglio, non solo dal punto di vista del design, ma per rendere questo complesso davvero parte integrante della città, e non solo un luogo di memoria. Abbiamo lavorato duramente a questo progetto affinché questa parte della città torni ad essere un luogo trasparente, senza muri o armi, ma un posto che le persone possano vivere e ricordare, un posto migliore di quel che è stato nell’ultimo mezzo secolo”. La qualità del design è quel che distingue l’architettura dalla scultura. “L’architettura – ha sottolineato Childs – deve anche essere pratica, l’architettura è una scienza, deve infondere nei progetti che realizza un’idea di ‘qualità dello spazio’: a beneficio delle persone, del paesaggio, della stessa qualità della vita. Il design non deve solo rappresentare la moda del momento: deve interpretare il gusto estetico, certo; ma una buona architettura deve essere anche funzionale, e in questo caso gli uffici che abbiamo realizzato sono i migliori uffici d’America. L’architettura deve essere un’attività di successo in termini anche economici. Questi aspetti devono essere considerati assieme, quando si realizza un progetto”.

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