Home NotizieAttualità Ministero dello Sviluppo economico: il timone a Paolo Romani

Ministero dello Sviluppo economico: il timone a Paolo Romani

da Redazione

Paolo Romani è stato nominato ministro dello Sviluppo economico dal presidente Repubblica. Romani ha giurato davanti a Napolitano: presenti Berlusconi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta.

Dopo 5 mesi il Ministero dello sviluppo economico ha un nuovo timoniere: Paolo Romani. Dal 5 maggio il dicastero era stato assunto ad interim da Berlusconi dopo le dimissioni di Scajola. E, come sempre accade, non sono mancate le polemiche. “Bisogna vedere se esiste ancora il ministero dello Sviluppo che in 5 mesi è stato fatto a pezzi nell’incuria generale insieme ai problemi veri che si chiamano lavoro, attività economiche e produttiva – ha commentato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani -.Vedremo se ci sarà un ministro che possa occuparsi di crisi aziendali”. Ironico il commento di Pier Ferdinando Casini (Udc): “Avrei preferito Fedele Confalonieri (presidente di Mediaset, ndr) sia per la sua conoscenza del mondo dell’impresa, sia per la sua conoscenza del mondo televisivo”. Per il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, “con Romani siamo al trionfo del conflitto d’interessi. Berlusconi non solo ci ha messo cinque mesi per nominare un nuovo ministro, ma ha scelto anche l’uomo che è stato il braccio armato di Mediaset nelle istituzioni. L’uomo al quale ha affidato la tutela dei suoi interessi nell’etere, ora si occuperà della banda larga e delle frequenze televisive”. Al di là delle chiacchiere politiche, c’è anche chi si è dimostrato propositivo. Come il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha sottolineato che a già oggi incontrerà il neo Ministro: “Faremo una ricognizione generale dei temi per noi importanti" ha spiegato. Tra i temi principali, la leader degli industriali ha indicato "l’internazionalizzazione delle imprese, la ricerca e l’innovazione e il nucleare che per noi deve andare avanti". Marcegaglia ha aggiunto che "parleremo anche dei tavoli di crisi di numerose aziende che rischiano di essere acquisiste, ma che devono andare avanti".

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