I finanzieri della Tributaria di Genova, hanno individuato quasi 9 milioni di euro di fatture false emesse da imprese compiacenti di San Marino, Genova, di Lombardia, Piemonte ed Emilia in favore di una holding “fantasma”.
I finanzieri della Tributaria di Genova, al termine di un’indagine nei confronti di un gruppo di società genovesi attive nel settore del commercio di acciaio e di materiale ferroso, ha individuato fatture per operazioni inesistenti per un totale di 8.857.674 euro, accertato il riciclaggio di 6.827.251 euro e denunciate 11 persone alla procura. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, false comunicazioni sociali, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e occultamento e distruzione di scritture contabili.
Alla guida della principale società del gruppo era stato messo un disoccupato, senza alcuna esperienza manageriale: il suo unico compito, per il quale percepiva un modesto compenso, era quello di firmare i documenti predisposti dall’amministratore occulto, uno dei promotori dell’associazione a delinquere.
Questa società annotava nella propria contabilità e utilizzava nelle dichiarazioni d’imposta le fatture per operazioni inesistenti rilasciate da imprese compiacenti con sede a Genova, in Lombardia, Piemonte, Emilia e nella Repubblica di San Marino.
Gli accertamenti bancari hanno permesso la ricostruzione dei flussi finanziari della società e delle persone ad essa collegate e di provare la fittizietà di quelle fatture. Di fatto, le somme di denaro uscite dai conti correnti della società – in contanti e attraverso l’emissione di assegni circolari e/o bancari – per simulare il pagamento delle fatture false, venivano successivamente dirottate su conti correnti nella disponibilità dell’amministratore occulto e di altri soggetti che non risultavano né tra i fornitori, né tra i clienti della società.
In buona sostanza, il riciclaggio dei proventi illeciti è stato realizzato attraverso l’interposizione di insospettabili persone fisiche – casalinghe e pensionati – e di imprese "fantasma" create esclusivamente per intrattenere rapporti bancari, che, dopo aver ricevuto e/o versato i predetti pagamenti sui propri conti correnti, provvedevano ad effettuare prelevamenti in contanti, al fine di restituirli all’amministratore occulto della società o a persone di sua fiducia che le ricompensavano con somme di non rilevante entità.