Dopo tanto pontificare sull’esaurimento delle fonti energetiche, si è imboccata la via verde per l’energia, anche se con molta fatica.
Dopo tanto pontificare sull’esaurimento delle fonti energetiche, sul danno recato al Pianeta da quelle convenzionali e sui costi che il loro uso comportava, si è imboccata la via verde per l’energia, anche se con molta fatica.
E’ quanto si desume dall’ultimo report dell’Istat sulle energie in Italia, in cui è indicato che, nel 2009, la disponibilità di energia da fonti rinnovabili è aumentata di 1,8 punti percentuali rispetto al 2008, mentre è diminuita di 0,9 punti la quota di gas naturale e di 1,3 punti quella da combustibili solidi. A questo punto, l’energia che deriva da fonti rinnovabili non convenzionali, conta per il 10,7% dei consumi interni lordi.
Sempre nel 2009 – avverte però Istat – risulta ancora predominante la quota dei combustibili fossili, e in particolare quelli derivati dai prodotti petroliferi, i quali incidono per il 41% sul consumo interno lordo. In sostanza, un dato che resta invariato rispetto al periodo immediatamente precedente. I dati, invece, diventano più chiaramente interessanti se si esamina un arco temporale più ampio.
L’Istituto di Statistica, infatti, mette in rilievo che, rispetto al 2000, risulta essere più evidente il processo di sostituzione tra le fonti, in particolare tra i prodotti petroliferi ed il gas naturale: la quota di disponibilità di energia da petrolio è notevolmente diminuita (-8,5 punti percentuali), mentre la quota da fonti rinnovabili è salita di 3,8 punti percentuali e quella da gas naturale è aumentata di 4,1 punti percentuali.
Questa è la fotografia di un lungo cammino che, se pur progredendo con lentezza ci sta portando a risultati di un qualche rilievo. Non a caso, nel periodo 1996-2005, le emissioni di gas serra in Italia sono aumentate, secondo i dati Eurostat, del 9,7%, mentre dal 2005 al 2007 si sono ridotte del 3,7% circa.
Nella produzione complessiva di energia elettrica si è registrato un calo della produzione termoelettrica tradizionale, che passa dall’81,2% del 2004 al 76,4% del 2009, a tutto vantaggio della quota di energia da fonti rinnovabili, la cui incidenza sulla produzione complessiva passa dal 18,8% del 2004 al 23,6% del 2009 (in questo caso il target europeo è fissato al 25,0% nel 2010).