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Le impressioni degli Impressionisti

da Redazione

Si apre il 23 ottobre “Monet, Cézanne, Renoir e altre storie di pittura in Francia”.

di Alessandro Carli

 

“Tutti discutono la mia arte e affermano di comprenderla, come se fosse necessario comprendere, quando invece basta amare” disse una volta Claude Monet dal dolce e ninfeo ritiro di Giverny. Basta amare, ma davanti alla pittura è necessario denudarsi, metaforicamente, di ogni orpello, e lasciarsi andare “dentro” le tele. C’è un intreccio gioco di nomi e immagini che si dipanano – antiche sciabolate in punta di pennello – quando si rimane sulla porta ad attendere un Godot che, fortunatamente, alla fine arriva. E c’è anche il viso di un bambino, quasi di fronte alla porta della turrita Repubblica di San Marino, che sembra osservare in silenzio la prossima apertura della mostra “Monet, Cézanne, Renoir e altre storie di pittura in Francia”, in programma il 23 ottobre all’interno della Fondazione San Marino. C’è soprattutto il viso di quel bambino. Perché prima di essere nominato comandante della fregata “Virginia”, Jacques Bergeret è stato anche un bambino. E’ stato anche il bambino dipinto da Pierre-Auguste Renoir nel 1880. E che, assieme ad altre opere di Monet, Cézanne, Pissarro, Sisley, Degas, Bazille e altri artisti del Salon, comporrà il corpus della mostra organizzata da Marco Goldin e visitabile sino al 27 marzo 2010. Marco Goldin ha 49 anni, è il direttore generale di Linea d’ombra e ama l’arte. Non è ben chiaro se Alessandro Baricco ha avuto modo di conoscerlo, però in “City” c’è una storia che potrebbe essere la sua. Gould è una ragazzo di tredici anni ed è un genio. Gould è seguito scrupolosamente dal professor Kilroy, studioso delle superfici curve, autore di una dissertazione sul mondo delle idee scritta dietro un foglio mezzo stracciato. Ma perché quella passione proprio per le superfici curve? Sosteneva egli che le superfici curve non sono altro che il rimedio contro l’ortogonalità tagliente della vita. Il dolore viene smussato dalla curva, la punta del dolore ortogonale viene divelta dalle tonde superfici curve. Era così, era strano, ma funzionava così. Kilroy e le Ninfee di Monet. Si chiedeva il perché dell’assurdità di quel disegno. Perché le Ninfee? Rimaneva a lungo a pensarci. Bene: con le Ninfee Monet aveva voluto disegnare il nulla. Un nulla che però è il tutto. Tocca immaginarlo così, il direttore di Linea d’Ombra: come Gould(in). O come Kilroy e la sua storia delle superfici curve. Anche senza la Ninfe. Perché tra le 25 opere che comporranno “Monet, Cézanne, Renoir e altre storie di pittura in Francia”, le Ninfe non ci sono. Ci sono altre opere, altre storie. Che parlano di mare, di impressionismo. E di un paesino – Vétheuil – che si affaccia su un fiume. Che si chiama Senna.

 

La mostra

Gli operatori turistici della Repubblica devono essere pronti ad accettare i visitatori. Perché l’iniziativa – che ha un costo complessivo di circa 800 mila euro (l’investimento sammarinese sfiorerà i 500 mila euro, e vede uniti la Fondazione San Marino, le Segreterie di Stato per il Turismo e la Cultura, la SUMS, la SIT e Ceramiche Del Conca, ndr) – può dare una spinta decisiva al processo di rivitalizzazione del Centro storico, destagionalizzando i flussi turistici, anche grazie alla sinergia messa in campo con l’evento di Rimini. “E la mostra – ha chiarito Massimo Albertini, vicepresidente della Fondazione San Marino – può essere un grande spot per tutto il Paese”, ma anche il primo, vero passo verso un turismo nuovo, che potrebbe partire proprio dalla sala che ospiterà le 25 opere d’arte. Marco Goldin, su questo passaggio, non ha dubbi: “Lo spazio può diventare un punto di riferimento, una sorta di ‘prima sala mostre’ della Repubblica. L’impianto di climatizzazione e gli standard di sicurezza soddisfano i parametri internazionali”. L’antipasto promette bene: a circa un mese dal taglio del nastro, le prevendite procedono a gonfie vele: “Sono già 10 mila le prenotazioni registrate” racconta Marco Goldin, a conferma che i turisti dell’arte si muovono e sono particolarmente attenti agli eventi.

Cosa raccontano i quadri?

“A San Marino verranno esposti quadri che hanno, dietro, storie particolari. C’è il Renoir degli anni ’70 e ’80, quello legato al tema della famiglia. C’è il bellissimo ‘Riva fiorita a Vétheuil’ di Monet, qui in uno dei suoi momenti artisticamente più felici, cioè quando scelse di allontanarsi da Parigi, attratto dall’acqua limpida dei fiumi e dall’esplosione della natura. Ci sono i cavalli di Degas, impegnati in una corsa nell’ippodromo parigino di Longchamp. Così come gli approfondimenti riservati all’opera di Pissarro e Sisley proprio perché vi possa essere un confronto attendibile con il Monet che lavora nello stesso momento a Vétheuil. E tutta la mostra opsitata nella Fondazione San Marino procede così, in un continuo contrappunto di storie, a gettare luce inedita sulla pittura di quegli anni a Parigi e in Francia”.

Le opere avranno un ordine cronologico o per soggetti?

“La disposizione delle opere non avrà un ordine cronologico ma lavorerò sui temi e sugli accostamenti: paesaggi, ritratti, affinità di rapporto tra la pittura del Salon, quella accademica, e la pittura impressionista. Ci muoveremo liberamente dentro una concezione di carattere tematico”.

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