Home NotizieItalia Berlusconi ha la fiducia alla Camera Ma alla fine chi ha vinto?

Berlusconi ha la fiducia alla Camera Ma alla fine chi ha vinto?

da Redazione

Berlusconi ha festeggiato un convulso compleanno, ieri, superando lo scoglio del voto di fiducia alla Camera. Già, ma chi ha vinto per davvero? Senza Fini e l’Mpa il Governo sarebbe già caduto. E c’è già chi parla (la Lega) di elezioni anticipate a marzo.

A denti stretti, tenendo a freno la lingua e la voglia di andare a braccio nel suo discorso, scagliando fulmini e saette in direzione del Presidente della Camera, il Premier Silvio Berlusconi ieri nel suo discorso di un’ora alla Camera in occasione del voto di fiducia sul rilancio in cinque punti dell’attività di governo, ha dovuto riconoscere che le anime di questo governo sono tre: il Pdl, la fedele Lega (già ma fedele fino a quando?) e Futuro e Libertà. Un tavolino a tre gambe insomma su cui poggiare il traballante futuro di questa Legislatura. Un tavolino a tre gambe per evocare la Fiducia nel giorno più delicato dalle elezioni ad oggi, un po’ come in una seduta spiritica.

Perché, diciamo la verità, con la politica italiana rimasta ibernata da prima dell’estate malgrado il grido d’aiuto del Paese, delle imprese, della società civile, avvitata in un dibattito che è oscillato tra le pulsioni sessuali del Presidente del Consiglio e le vere o presunte case a Montecarlo del Presidente della Camera (con la complicità dell’opposizione e dei media, non dimentichiamolo).

Oggi sarà anche più facile, al Senato, ottenere la fiducia. Ma la vittoria di ieri a Montecitorio, con appena 342 “sì” ottenuti sulla richiesta di voto di fiducia, rappresentano una ben labile maggioranza, tenuto conto che senza l’apporto decisivo dei deputati di Futuro e Libertà (da cui sono arrivati 31 sì e due no, quelli di Tremaglia e Granata) e di quelli di MpA il Governo sarebbe già caduto. È dunque fallito il tentativo di ottenere una maggioranza autonoma dai finiani.

Dopo il voto di ieri, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi temono di dover contrattare tutte le prossime mosse del governo con Fli. I finiani sono invece soddisfatti per la centralità del loro ruolo e già si apprestano a diventare un partito autonomo. Stessa soddisfazione l’hanno espressa i 4 deputati del Mpa, il movimento del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che hanno votato a favore del governo.

L’ANALISI DEL VOTO ALLA CAMERA
Analizzando il voto di ieri, priva dell’apporto dei finiani (hanno votato sì in 31, dal gruppo va escluso il presidente della Camera che per prassi non vota) e del Mpa la maggioranza può contare su 307 voti: 9 in meno di quello che era l’obiettivo della vigilia.

In serata il premier ha espresso le sue perplessità nel corso di un incontro a Palazzo Grazioli con un gruppo di deputate del Pdl che hanno festeggiato con lui il suo settantaquattresimo compleanno. Berlusconi ha colto l’occasione per segnalare la contraddizione in cui si trova la maggioranza dopo il voto di Montecitorio: c’è l’esigenza di portare avanti l’azione di governo ma i numeri non sono tali da garantire una tranquilla navigazione.

COSA DICE IL SENATUR: VOGLIA DI PRIMAVERA (E DI ELEZIONI)
Il primo a segnalare la questione subito dopo il pronunciamento dell’Aula di Montecitorio era stato Bossi: ”I numeri sono limitati. La strada è stretta. Nella vita è sempre meglio pigliare la strada maestra, e la strada maestra è il voto. Berlusconi non l’ha voluto e siamo a questo punto”. Anche il ministro Roberto Maroni, in un colloquio informale con Nichi Vendola, leader di Sinistra e libertà, era tornato a parlare di elezioni anticipate da tenersi in primavera.
Ma proprio il Senatùr potrebbe essere al centro del primo “caso” in cui i finiani potrebbero far scricchiolare la maggioranza: il voto di sfiducia come ministro proposto da Pd e Idv, che altrimenti non avrebbe un senso, potrebbe incernierarsi sul desiderio di rivincita nei confronti di Bossi e dei leghisti dopo tutti gli attacchi a Fini degli ultimi mesi. Se cadesse Bossi non cadrebbe automaticamente il Governo, questo è vero, ma il leader della Lega non è uno abituato a prenderle e scatenerebbe verosimilmente all’inferno, al grido di ‘muoia Sansone con tutti i filistei’.

FINI E IL SUO NUOVO PARTITO
Oggi è intanto prevista una riunione dei capigruppo di Montecitorio che dovrà decidere il calendario dei lavori della Camera per le prossime settimane. Due le date da fissare: quella della discussione della mozione del Pd che propone di sfiduciare il ministro Bossi per una frase ritenuta ingiuriosa nei confronti dei cittadini di Roma e quella del dibattito su una mozione riguardante il pluralismo nel sistema radiotelevisivo e il conflitto di interessi presentata da Pd, Idv, Udc e Gruppo Misto (un’altra mozione, sullo stesso tema, è annunciata dai finiani). Si tratta di due scogli immediati da superare per la maggioranza.

A preoccupare Berlusconi e Bossi è anche l’annuncio che i finiani hanno deciso di accelerare i tempi del varo del loro nuovo partito. Ieri, in una pausa del dibattito alla Camera, i finiani hanno infatti annunciato che martedì prossimo si riuniranno deputati, senatori e parlamentari europei di Futuro e libertà ”per costituire il comitato promotore del nuovo soggetto politico”. All’incontro parteciperà anche Fini.

COSA PENSA L’OPPOSIZIONE
L’opposizione segnala l’indebolimento politico del governo. Dice Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: ”La maggioranza si è articolata in quattro componenti che non sono riuscite neppure a firmare assieme la mozione di fiducia. Siamo, a dirla con una formula teologica, a una situazione di unità nella diversità. Andiamo incontro ad un passaggio di ulteriore instabilità”.

Stessa opinione quella di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc: ”Con i numeri abbiamo visto che Berlusconi proprio non ci ha preso. Speriamo che almeno sulle promesse che ha fatto in Aula sappia dimostrare un po’ più di capacità e di concretezza”.

 

 

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