Lo svecchiamento della politica sammarinese è un tema importante. Ma parziale. Perché non basta che la politica “ringiovanisca”: deve cambiare. Perché se San Marino non cambia davvero modo di lavorare e fare politica, si costringeranno i cittadini tutti ed i giovani in particolare ad un futuro davvero difficile. Da Fixing in edicola questa settimana.
Lo svecchiamento della politica sammarinese è un tema importante. Ma parziale. Perché non basta che la politica “ringiovanisca”: deve cambiare. Perché se San Marino non cambia davvero modo di lavorare e fare politica, si costringeranno i cittadini tutti ed i giovani in particolare ad un futuro davvero difficile.
Il paese ha problemi reali e la politica deve occuparsi di questi. È davvero stucchevole assistere ancora alle lotte di potere nei partiti e allo studio di alleanze trasversali gli schieramenti mentre il Paese affonda.
Non si può accettare che la politica, che ha le maggiori responsabilità nell’attuale situazione, continui ad ignorare il fatto che è finalmente giunta l’ora di espellere dal suo interno chi non agisce per lo Stato ma per interessi di parte se non personali.
Non si può che accelerare la strada della legalità, per non essere complici di questo sistema. L’etica deve essere al primo posto, ed è ora che alcuni provvedimenti legati al sistema di gestione del Paese vengano approvati. Lo abbiamo già scritto tante volte: la trasparenza nel Bilancio dello stato, nelle entrate e nelle uscite, l’individuazione degli sprechi (che sono tanti) rappresentano per San Marino il primo motore dello sviluppo.
Occorre però anche prendere atto che il sistema di gestione pubblico non funziona. Tutti gli ultimi provvedimenti contenevano sviste ed errori in merito ai quali si è dovuto intervenire a correzione più volte creando una pericolosa incertezza normativa. Tutte le leggi di recente emanazione aumentano a dismisura la burocrazia.
Il problema è che la politica non si limita a fare la politica, ma vuole anche prendere il posto dei tecnici bypassando le rappresentanze delle imprese anziché chiedere a queste ultime di lavorare prima per il Paese poi per i loro associati.
Se non si opera un serio cambiamento, sarà davvero il fallimento. E la colpa sarà tutta di quella politica che pensa – erroneamente – di poter continuare a gestire tutto. Non solo la parte amministrativa del Paese, ma anche la giustizia, Banca Centrale…