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Centrale del Latte, pronta cordata di imprenditori

da Redazione

Piccolo scoop di San Marino Fixing, che sul numero in edicola svela in anteprima esclusiva il progetto industriale che un piccolo gruppo di imprenditori sammarinesi proporrà all’esecutivo per salvare e rilanciare la Centrale del Latte, patrimonio della comunità, “in assoluto abbandono e degrado fisico e morale”. A guidare la cordata è Simona Michelotti, entusiasta Presidente della Camera di Commercio. Che Fixing ha intervistato. All’interno l’articolo completo.

 

di Loris Pironi

 

Gli imprenditori sammarinesi lanciano la sfida. Una sfida importante perché “morale”, non legata strettamente al profitto.
Una sfida per il salvataggio e il rilancio della Centrale del Latte.
Lo diciamo con la serenità di un dato di fatto acquisito: finora tutti i tentativi, da parte dello Stato, di privatizzare la Centrale del Latte, sono miseramente falliti. Naufragati tra le polemiche, soffocati sul nascere da condizioni di partenza assolutamente deficitarie.
Schiacciati dalla presunzione di chi si è approcciato al progetto con mera volontà di fare business, senza guardare all’aspetto sociale che un’impresa di questo genere comporta per una realtà piccola come quella sammarinese. Ecco perché sosteniamo che quella degli imprenditori sammarinesi che hanno risposto “presente” a questo grido di aiuto sia una vera e propria sfida. Perché sanno di esporsi in prima persona (anche a critiche pesanti, polemiche politiche o magari ad attacchi personali, è già accaduto in passato e la cosa, purtroppo, a San Marino non stupisce più) per un progetto non scevro da rischi d’impresa e che sicuramente non rappresenta quello che si può definire un “affare”.
A guidare questa cordata di imprenditori è Simona Michelotti, Presidente della Camera di Commercio di San Marino. Il progetto prevede un investimento di circa due milioni di euro, suddiviso in sei quote, un progetto maturato dalla fine del 2009 ad oggi.

C’è già una sorta di business plan, due tecnologi alimentari hanno già effettuato un audit sulla Centrale del Latte per valutare cosa è necessario fare e quali sono gli indirizzi da seguire e i costi da sostenere. E una volta che il Governo sarà pronto per ricevere le manifestazioni d’interesse per la privatizzazione della Centrale del Latte, la cordata sarà pronta formalmente a farsi avanti.
“Sono stata incaricata – anticipa a Fixing Simona Michelotti – per approfondire e dare corpo ad un progetto per il salvataggio della Centrale del Latte. Non voglio parlare di piano industriale perché dobbiamo prima di tutto riuscire nel salvataggio di un’attività che presenta grosse problematiche e si occupa di un prodotto estremamente delicato: il piano industriale vero e proprio partirà dopo questa fase di start up e consolidamento. Ecco perché ci siamo dati tre anni di tempo in cui dovremo operare una profonda ristrutturazione immobiliare, tecnologica e organizzativa, a cui va affiancata una vera e propria evoluzione culturale che dovrà coinvolgere tutta la filiera, dagli allevatori alla produzione, fino ad arrivare ai distributori”.
Il Governo già da anni cerca va una soluzione per il problema del rilancio della Centrale del Latte. E gli imprenditori adesso hanno deciso di fare un passo avanti, e di proporsi per fare la propria parte.
“Si tratta di una decisione – prosegue il Presidente Michelotti – che abbiamo preso per buona volontà e non per senso affaristico, anche perché sfido chiunque a dire che dietro ci abbiamo visto l’affare. E comunque vorrei che fosse chiara una cosa: la sfida è aperta a tutti i sammarinesi di buona volontà. Anzi, se ci fosse un altro gruppo sammarinese che sa cosa fare per rilanciare la Centrale, siamo pronti non solo a farci da parte, ma anche a consegnargli il nostro progetto chiavi in mano, con tanto di consulenti”.
Ma cosa ha detto agli altri imprenditori per convincerli a seguirla anche in quest’impresa?
“Gli ho presentato il progetto chiedendogli un coinvolgimento emotivo e sociale. Gli ho detto che serve un approccio fortemente etico, che in questi casi non ci si può affidare alla logica del profitto. Che abbiamo un dovere nei confronti del nostro Paese. La Centrale del Latte si trova in uno stato assoluto di abbandono e di degrado fisico e morale, il nostro progetto vuole rappresentare il contributo degli imprenditori a San Marino”.
Lei ha un’idea molto precisa del futuro della Centrale, non è così?
“Io sono convinta che la nostra sfida sia quella di creare un modello di eccellenza, un esempio che possa trainare altre realtà sammarinesi in un percorso virtuoso di miglioramento, che credo debba partire dal tessuto industriale. Nel caso il nostro progetto vada a concretizzarsi ci aspettano tre anni molto difficili, in cui dovremo lavorare duramente per l’adeguamento strutturale e per arrivare all’adeguamento a tutte le normative CE, anche quelle più stringenti e impegnative. Dobbiamo puntare ad ottenere un prodotto di qualità assoluta in questi tre anni, cercando di non rimetterci economicamente. Quindi si punterà ad un vero e proprio rilancio, migliorando e implementando i prodotti derivati del latte come yogurt e formaggi e aprendoci ai mercati fuori territorio. Diciamo che le idee di come sviluppare il progetto le ho chiarissime in mente, e che ci sono imprenditori di livello che sanno cosa fare anche se nessuno di noi è del settore”.
Condizione indispensabile perché questo progetto parta è il mantenimento della cosiddetta zona bianca almeno per i primi anni, quelli necessari per il salvataggio prima di iniziare il vero rilancio. E l’auspicio di Simona Michelotti è che nella cordata entri anche la grande distribuzione: “Abbiamo suddiviso in sei le quote proprio perché vogliamo che la grande distribuzione entri in questo progetto. Un progetto per cui non ci sono rivalità o concorrenze, perché è un progetto voluto per il bene di San Marino”.

 

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