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San Marino, editoria all’anno zero

da Redazione

Quest’anno la mannaia della “censura” è calata praticamente su tutti i giornali. Anche Fixing rischia di perdere la paghetta, pardon i contributi dello Stato. Colpa di idee cervellotiche di chi deve decidere…

Come ogni anno la Commissione di Vigilanza chiamata a valutare le richieste di contributo per l’editoria si è riunita per esaminare il corposo plico richiesto ai giornali a dimostrazione della validità della propria richiesta. Tanto per dare l’idea, noi operatori del settore in questa fase ci sentiamo un po’ come il bambino delle elementari che vada dal papà a chiedere la paghetta, le monetine per andare in edicola a comprare le figurine.
La manciata di euro che lo Stato mette a disposizione dei media locali per sopravvivere e garantire un’informazione libera e democratica in realtà basta a malapena a pagare un paio di fatture. Noi non riteniamo questa elargizione un insulto solo perché i soldi ricevuti non sono mai un insulto. Però c’è la mole di lavoro richiesta alla contabilità per districarsi nella rete burocratica e ad arrivare, anno dopo anno, all’auspicato rimborso. E poi c’è il vero tasto dolente. Quest’anno la mannaia della “censura” è calata praticamente su tutti i giornali. Anche su Fixing, che rischia di perdere la paghetta, pardon il contributo, a causa di una fattura da 500 euro consegnata alla Commissione ma non “capita” fino in fondo. Caspita, che dietro si celi del lavoro nero? Servirebbe una bella fantasia per crederlo. In realtà, anche senza farsi prendere la mano da teorie complottiste, per l’informazione a San Marino siamo all’anno zero.

L.P.

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