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Da sviluppo del turismo a turismo dello sviluppo

da Redazione

Al Palacongressi il BITS cambia nome (ma non spirito): si chiamerà OITS.

di Alessandro Carli

 

“Un’occasione di confronto e di scambio di esperienze”: per il Presidente dell’ex Bits (proprio durante lo svolgimento dell’evento il Bureau International du Tourisme Social ha cambiato nome: si chiamerà OITS, ovvero Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale, ndr) Norberto Tonini il Congresso mondiale del turismo sociale, ospitato a Rimini dal 19 al 23 settembre, è stato un momento per dettagliare le traiettorie di un settore che, come ha evidenziato l’Assessore al Turismo Emilia Romagna Maurizio Melucci, “trova una naturale connotazione nel DNA del territorio. In Riviera – ha rimarcato – abbiamo esempi tangibili: basti pensare alla colonie, primo esempio di turismo sociale, oppure al turismo della terza età, che è stato accompagnato da investimenti importanti per adeguare le strutture”. All’interno del Palacongressi della vecchia Fiera oltre 300 delegati provenienti da 35 Paesi: riunioni plenarie, panel, tavole rotonde e atelier animati da esperti internazionali e operatori del settore. Nel segno delle tre “s”, le stesse che hanno scandito la crescita del comparto: sociale, sostenibile, solidale. Ed è proprio su questa ultima denominazione che il Bits ha voluto concentrare le proprie attenzioni in quanto, come ha sottolineato Melucci, “parliamo di un pezzo del turismo del futuro, anche in virtù del fatto che le prospettive di vita si sono allungate”. Per l’Assessore “questo segmento può destagionalizzare i flussi. E’ un turismo strategico per il territorio, anche se l’attenzione della politica è ancora inadeguata: nel 2009 i ‘buoni vacanza’ultilizzati in Italia sono stati 20 mila, contro i 7 milioni della Francia. L’Italia aveva messo sul piatto 5 milioni di euro, non tutti utilizzati. Vorrei ricordare che il ‘buono’ non è un voucher per poveri ma un’iniziativa che rientra nelle politiche di sviluppo”. Insomma: dopo il turismo legato alla cultura (con ottime risposte), la Riviera, anche grazie al supporto della Repubblica di San Marino, vuole appoggiare all’arte anche un “taglio” più sociale. Il Titano infatti ha contribuito all’assegnazione del Congresso alla città di Rimini convinta – come ha spiegato il Segretario di Stato Fabio Berardi, “che la città abbia le giuste atout nel campo dell’ospitalità e dei servizi congressuali per accogliere al meglio un evento di respiro internazionale”. Non si tratta, in estrema sintesi, di un turismo di serie B: per Vito G. Testaj, Coordinatore del Dipartimento turismo e sport della Repubblica di San Marino, “il diritto alla vacanza deve essere esteso a tutti: non esistono i figli di un turismo minore. Per noi quella del ‘sociale’ è una nuova sfida dell’ospitalità in grado di qualificare le destinazioni, che diventano così fruibili a tutti”. Da par suo, martedì 21 settembre il Monte è stato visitato dai congressisti, che hanno assistito anche allo spettacolo degli sbandieratori. Perché il turismo, ha ribadito il Segretario, “è sinonimo di amicizia, apertura, tolleranza, dialogo e identità. Valori che noi sammarinesi consideriamo alla base del nostro stesso senso di identità, e che contiamo di poter tradurre in modo efficace in politiche di turismo sociale”.

 

Le ricadute del turismo sociale in Italia

A dar man forte alle parole, una serie di numeri che testimoniano il “peso” del settore. Nel 2009, secondo i dati “usciti” dalla ricerca Isnart sul “Turismo sociale e associato in Italia” e presentato in occasione della Borsa del Turismo Sociale e Associato di Viterbo (marzo 2010), 804 mila vacanzieri hanno prenotato la propria vacanza attraverso il circuito del turismo sociale ed associato, e hanno speso 727 milioni di euro, pari al 2,1% dei consumi totali dovuto al turismo nell’arco dell’anno. Quasi 6.500 strutture ricettive hanno collaborato all’iniziativa, suddividendosi tra città d’arte (42%), località balneari (28%) e montane (14%). Il 60% delle vacanze è rimasto all’interno dell’Italia: molto gettonata la Toscana (14%), il Trentino (10%), il Veneto (8,6%), la Puglia (8,1%) e l’Emilia-Romagna (7,7%). Perché, come chiarisce l’articolo 24 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata dall’Onu nel 1948, “Ogni individuo ha diritto al riposo e allo svago”.

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