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Villa Manzoni mostra i passi della sua storia

da Redazione

Dogana: lo sviluppo dei lavori nello storico edificio della Villa Manzoni, di proprietà dell’Ente Cassa di Faetano. La mostra è allestita dalla chiesetta posta a fianco. La racconta a Fixing l’architetto Mirco Semprini.

di Alessandro Carli


Da un lato i teloni che ricoprono i muri di Villa Manzoni. Dall’altro – all’interno della cappella adiacente alla filiale della Banca di San Marino di Dogana – i passi dettagliati di questo percorso di recupero dell’edificio, quasi fosse una telecronaca – ma scritta – dello stato di avanzamento dei lavori. Il tutto “controllato” da un’opera del Maestro Arnaldo Pomodoro che, appoggiata sul piccolo, verde giardino che separa le due struttura, sembra vigilare o invitare le persone a osservare il processo identitario che sta tornando alla luce. Siamo a Dogana, nella villa che l’Ente Cassa di Faetano, fondazione della Banca di San Marino vuole riportare agli antichi splendori: un dono che entra in quel processo di recupero della memoria che l’Ente sta portando avanti su più fronti. L’edificio, una volta ultimato, troverà nuova vita come centro culturale, luogo di rappresentanza, e per le attività istituzionali dell’Ente. Ed è proprio in quel legame indissolubile che lega i cittadini al passato della Repubblica che si inserisce “Villa Manzoni: ieri, oggi e domani”, la mostra (visitabile sino a dicembre) che ripercorre, step by step, i passaggi salienti dei lavori. Sotto l’attenta visione di un crocefisso, di panche in legno e di un altare, la mostra – appoggiata ai muri interni, si “legge” come un libro: i rendering si alternano alle descrizioni delle aree di intervento e alle immagini storiche della Villa, supportate da una serie di dettagliate descrizioni dei particolari dell’edificio.
“La mostra – aveva spiegato a San Marino Fixing l’Architetto Mirco Semprini – comprende sei grandi tavole, sei pannelli che illustrano la situazione preesistente, il progetto in corso d’opera l’aspetto finale della Villa Manzoni una volta che saranno ultimati i lavori. Si può dire che la mostra sarà un work in progress perché verrà aggiornata nel tempo, proprio per permettere alla cittadinanza di seguire i lavori di ripristino della Villa”.
L’immobile, che ha un valore più storico che artistico-architettonico, all’interno della chiesetta (restaurata da BSM) viene analizzato con estrema cura: i pannelli infatti entrano nei dettagli, spiegando che il prospetto principale, “a salienti, ha le estremità decorate con manufatti in cemento simil pietra” e che “la copertura è a padiglione con corpo centrale a falde a capanna”.
L’ingresso alla residenza “avviene attraverso uno scalone e due rampe in pietra con balaustra decorata a esil colonnine, sostenute da pilastri”.
Lateralmente invece la Villa presenta un’entrata secondaria, con arco in pietra che sormonta un portone in legno. Sempre in questo lato si trova un’altra porta che conduce alla residenza del custode. Sul retro l’immobile accoglie l’ingresso alle cantine e agli ambienti di servizio.
“Non è possibile risalire con certezza al colore originario della costruzione – scrive l’architetto -. Gli intonaci esterni sono fortemente dilavati e mantengono tracce di colore rosso sotto i cornicioni, ocra e rosso mattone in corrispondenza delle banchine delle finestre”.
Il progetto di recupero ha prestato grandi attenzioni alle originali divisioni interne: tra i lavori di maggior peso, un vano ascensore che metterà in comunicazione i piani della Villa in modo da eliminare le barriere architettoniche. Altri interventi di rilievo riguarderanno la scala esterna che porterà al piano, che verrà completamente sostituita: le colonnine in calcestruzzo della balaustra verranno sostituite con nuovi elementi in pietra di San Marino. Perché il recupero della memoria passa anche attraverso la carta di identità mineraria del Titano.

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