La CSU accusa il Governo: aumentano le rette degli asili nido e il costo della refezione scolastica. Il maggior esborso per ogni bambino alle elementari è mediamente di 37,5 € al mese. Più 39 € mensili per le rette asilo nido. Secondo il sindacato sono aumenti che hanno un forte impatto sui bilanci familiari, tanto più in questo periodo di crisi.
22 settembre 2010 – Il rientro a scuola per i bambini delle elementari e della scuola d’infanzia, e la permanenza all’asilo nido, hanno un sapore più amaro per le loro famiglie, a causa della drastica impennata delle spese. Una delibera del Congresso di Stato, infatti, dispone che la quota per la refezione in quest’anno scolastico passa dai precedenti 2.30 € per le scuole elementari e 2,65 € per la scuola dell’infanzia, a 4.00 € al giorno per entrambi gli ordini di scuola. Inoltre, dal 2 ottobre la retta asilo nido passa da 160 € mensili a 199 €, e la quota giornaliera da 4,65 € a 5,5 €. Nel caso della scuola elementare, ad esempio, considerando mediamente in un mese 22 giorni di frequenza scolastica, si passa da una spesa di 50,5 € per la refezione, ad un costo di 88 €. Un aumento secco rispetto agli anni precedenti di 37,5 € al mese!
Se è vero che da alcuni anni queste quote erano ferme, tuttavia applicare aumenti così drastici e in un’unica soluzione, non può essere condivisibile. Simili aumenti hanno un forte impatto sui bilanci familiari, soprattutto per quei nuclei che hanno 2-3 figli sotto i dieci anni, tanto più nell’attuale situazione di crisi, in cui molti genitori subiscono un abbattimento del reddito per effetto della messa in cassa integrazione o mobilità, se non addirittura per la perdita del posto di lavoro. Si tratta di un provvedimento assunto dall’Esecutivo senza nessun confronto con il Sindacato.
Il Governo, con queste operazioni “sottotraccia”, attua dei veri e propri prelievi nelle tasche dei cittadini. Si tratta di tasse indirette che pagano indistintamente tutte le famiglie che hanno figli al nido, alla scuola dell’infanzia o elementare, penalizzando i nuclei familiari a basso reddito, purtroppo in aumento a causa della crisi economica che colpisce duramente San Marino. Questi provvedimenti dimostrano implicitamente la gravità dello stato dei conti pubblici, senza che però la cosa venga ammessa dalle autorità; evidenziano ulteriormente la mancanza di coraggio dell’Esecutivo, che si guarda bene dal compiere scelte di giustizia sociale e fiscale, volte a tassare i soggetti economici che da molti anni eludono il fisco e non sono stati mai chiamati a fare il loro dovere verso la collettività.
CSU
c.s.
