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Basilea 3: Fabbri (ABS): San Marino all’altezza

da Redazione

Pier Paolo Fabbri, Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese, commenta così Basilea 3: “Rappresenta un orientamento che va nella direzione di dare solidità al sistema bancario e quindi capacità di sostegno anche all’economia. E devo dire che le banche sammarinesi sono ben al di là dei valori indicati”. Da Fixing oggi in edicola.

di Saverio Mercadante


“Rappresenta un rafforzamento patrimoniale delle banche europee e come tale un orientamento che va nella direzione di dare solidità al sistema bancario e quindi capacità di sostegno anche all’economia, in ultima analisi. E devo dire che le banche sammarinesi sono ben al di là dei valori indicati”.
Pier Paolo Fabbri, Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese, commenta così Basilea 3.
I governatori delle banche centrali e i responsabili della vigilanza hanno approvato nuove regole che impongono agli istituti di credito di avere più capitale, meno strumenti finanziari rischiosi e meno indebitamento.
L’intesa dovrà comunque avere il vaglio definitivo al G20, in programma nel mese di novembre (per la precisione nei giorni 11 e 12) a Seoul, in Corea del Sud.
L’entrata in vigore sarà comunque graduale, dal primo gennaio 2013, per arrivare alla piena attuazione dopo sei anni, ovvero al primo gennaio 2019.
Molti timori girano intorno ad un possibile freno del finanziamento bancario alle imprese e all’economia.
Mario Draghi ha tranquillizzato gli operatori economici: il governatore della Banca d’Italia non vede il pericolo di un razionamento del credito.
Anche il Presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, è convinto che Basilea 3 non danneggerà la ripresa, e anzi getterà basi più solide per la crescita del sistema.
“Le banche solide – afferma il Presidente dell’ABS – con una buona qualità dell’attivo hanno una maggiore capacità di credito quindi di sostegno all’economia reale. Lavorare sulla qualità porta buoni risultati per tutti”.
Ci sono voluti esattamente due anni dal crac di Lehman Brothers per raggiungere un accordo su nuove e più severe regole per gli istituti di credito europei.
“Si va in una direzione precisa e corretta. Certo – evidenzia Pier Paolo Fabbri – c’è tanto da fare e il mix di Paesi europei è eterogeneo. E non tutti condividono certi orientamenti all’insegna del rigore, a cominciare dalla Gran Bretagna”.
Da subito si richiederà alle banche il rafforzamento dei requisiti patrimoniali, attraverso strumenti di qualità più elevata, in modo che gli istituti abbiano più risorse per resistere a una crisi come quella dei mutui subprime che hanno messo in ginocchio il sistema finanziario internazionale.
Si punta alla creazione, in soldoni di una cassaforte di emergenza.
In particolare ogni banca dovrà detenere, a regime, un capitale pari al 7% dei loro asset a rischio, in rialzo dal circa 2% dell’attuale regolamentazione.
Previsto anche un secondo cuscinetto, cosiddetto anticiclico, di entità da definire dalle singole autorità nazionali ma comunque non superiore al 2,5%.
“Come è noto, il sistema sammarinese – continua il Presidente – non ha ancora adottato il Basilea 2. Siamo un po’ indietro da questo punto di vista. Ma quello che fa la differenza è la sostanza. Se parliamo di solidità patrimoniale e di qualità dell’attivo mi verrebbe da dire che per come il sistema sammarinese ha superato le crisi che lo hanno interessato, ha dimostrato di essere più che adeguato. Spesso si va alla ricerca di soluzioni formali poi si opera per eluderle. Quello che fa la differenza invece è la sostanza delle cose e l’atteggiamento degli operatori dei banchieri che devono ovviamente credere in quello che fanno”.
A margine una questione “spinosa”, che rimane ancora sospesa: l’assenza del Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino.
“Che si stia lavorando è fuori discussione, è un dato certo. Intensamente e anche in maniera costruttiva. Non è casuale – afferma con un filo d’ironia il Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese Pier Paolo Fabbri – comunque il fatto che sia prevista la presidenza a capo dell’istituto centrale. Se c’è, serve. Aspettiamo con speranza la sua nomina”.

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