Il Meeting di Rimini ha offerto numerosi spunti di riflessione per San Marino. Vogliamo soffermarci sull’intervento di Sergio Marchionne perché sin dal titolo, “Saper scegliere la strada”, sembra raccontare la sfida che il Titano è costretto oggi ad accettare.
Il Meeting di Rimini, lo avete potuto scoprire nei giorni scorsi sul nostro sito www.sanmarinofixing.com, lo potete leggere all’interno di questo numero di Fixing, ha offerto numerosi spunti di riflessione per San Marino. Vogliamo soffermarci, qui, sull’intervento di Sergio Marchionne, perché sin dal titolo, “Saper scegliere la strada”, la relazione dell’Ad del Gruppo Fiat parla sì della sua azienda ma sembra nel contempo raccontare la sfida che il Titano è oggi costretto ad affrontare. I pensieri e le parole di Marchionne erano rivolti soprattutto all’attualità, alla vicenda degli operai di Melfi, al braccio di ferro con la Fiom. Ma in controluce emergono considerazioni sulle trasformazioni, anche etiche e culturali, del modo di fare impresa. “Molto spesso le ragioni del declino sociale ed economico di un Paese hanno a che fare con ciò che non abbiamo saputo o voluto trasformare, con l’abitudine di mantenere sempre le cose come stanno”, ha detto Marchionne alla platea, indicandolo come il grande male della Fiat. E poi è venuta la crisi, a rendere ancora più drammatica la situazione delle famiglie, a mettere in risalto la fragilità del sistema industriale. E la cosa peggiore è che se un sistema industriale non è in grado di competere, alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente, e senza colpa, le conseguenze. Un discorso che vale per Fiat, vale per l’industria italiana, e ancora di più, a ben guardare, per quella di San Marino. Marchionne ha parlato di colmare il divario competitivo rispetto agli altri paesi, ha puntato il dito tra la contrapposizione di due modelli, l’uno che si ostina a proteggere il passato e l’altro che ha deciso di guardare avanti. Ciò che serve, per costruire qualcosa di migliore e duraturo, si basa sulla capacità di assumersi la responsabilità e l’impegno di imprimere una svolta culturale.