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Volano gli stracci nel Pdl Elezioni sempre più probabili

da Redazione

Volano gli stracci nel Pdl. Mentre infuria la battaglia attorno alla casa del fratello della moglie di Gianfranco Fini a Montecarlo (venduta anzi svenduta da An, un episodio per lo meno dubbio che però ha trasformato i Berluscones in veri e propri giustizialisti alla Di Pietro, roba che può accadere solo in Italia) focolai di guerriglia si segnalano anche nei pressi della Camera.

Volano gli stracci nel Pdl. Mentre infuria la battaglia attorno alla casa del fratello della moglie di Gianfranco Fini a Montecarlo (venduta anzi svenduta da An, un episodio per lo meno dubbio che però ha trasformato i Berluscones in veri e propri giustizialisti alla Di Pietro, roba che può accadere solo in Italia) focolai di guerriglia si segnalano anche nei pressi della Camera. Dove Italo Bocchino e Sandro Bondi non si risparmiano certo i colpi più duri. Il Ministro alla Cultura infatti ha chiesto la testa (nella fattispecie le dimissioni da Presidente della Camera) del grande avversario del suo Caro Leader. Bocchino ha risposto escludendo un’ipotesi del genere ed ha piuttosto invitato al passo indietro Berlusconi, “al contrario imputato in più processi”. E rincara: se ne vadano con lui "per lo stesso motivo" alcuni esponenti del governo dei quali, fa notare, "non abbiamo mai chiesto dimissioni".
E poi ci sono Vittorio Feltri e i suoi giannizzeri a fare terra bruciata attorno all’ex numero uno di An, con tanto di raccolta firme per dimissionarlo. Ancora secondo Bocchino, “ci sono prove inconfutabili" che Berlusconi "sia il mandante di tutta l’operazione. Le dimissioni le ha chieste il portavoce del suo partito, Daniele Capezzone, e lui non lo ha mai smentito. L’altra prova è la raccolta di firme contro Fini avviata da ‘Il Giornale’ che è una sua
proprietà".
E poi c’è la controreplica di Bondi. "Chiedere, come fa oggi l’on.Bocchino, da una parte le dimissioni pressoché dell’intero governo e dall’altra parte la convocazione di un vertice con tanto di verifica, tradisce l’estremo stato di confusione e di smarrimento in cui si trova il capogruppo di Fli. Ho l’impressione che a Bocchino sfugga, quantunque faccia sfoggio di baldante sicurezza, la durezza e al tempo stesso la complessità della politica".

 

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