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La poesia di Dylan Dog E il mondo si ribalta

da Redazione

A volte un addio capovolge il mondo per come lo conosciamo. E se il mondo in questione è quello di Dylan Dog l’effetto può essere devastante. E allora benvenuti nell’universo parallelo di Tiziano Sclavi, che ne “Il lungo addio” si allontana da mostri, indagini e scene splatter, per regalarci una poesia.

“E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene
a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo
fuggono gli occhi come falene…”

da Dylan Dog n° 74
Il lungo addio

A volte un addio capovolge il mondo per come lo conosciamo. E se il mondo in questione è quello di Dylan Dog l’effetto può essere devastante. E allora benvenuti nell’universo parallelo di Tiziano Sclavi, che ne “Il lungo addio” si allontana da mostri, indagini e scene splatter, per regalarci una poesia. Una poesia davanti a cui anche Groucho, l’assistente un po’ pazzo di Dylan Dog, per una volta – l’unica volta nella storia del fumetto! – non trova parole. Rimane zitto. Si comporta quasi da persona normale. Non servono le sue battute in queste tavole. O forse anche lui è sopraffatto dalla storia di Dylan e Marina, il primo amore dell’indagatore dell’incubo. Amore mai dichiarato e già perduto. Il presente e il passato si avvinghiano in una lenta danza onirica tra i disegni mozzafiato di Carlo Ambrosini. E la strada verso Moonlight – la strada che Dylan percorre per accompagnare a casa Marina – è un viaggio in un’estate lontana, in cui tutto poteva ancora accadere. Ma poi nulla è andato come pensavano. E questa Marina che ancora si passa due dita tra i capelli come faceva da ragazza, questa Marina che in un’estate ha reso Dylan Dog tanto di ciò che è ora, questa Marina non è più concreta di un sogno, non è più fisica di un ricordo. È solo un’occasione per dirsi addio. Come non avevano mai fatto.

Simona B. Lenic

www.simonalenic.it

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