Il Tribunale fallimentare di Bologna ha accolto la richiesta della pm Antonella Scandellari e ha sancito il fallimento di Rimini Yacht, la societa’ di Giulio Lolli con sede amministrativa a Bologna e sede operativa a Rimini al centro di un’inchiesta che ipotizza diversi reati, fra cui corruzione e truffa. Sulla vicenda sono state aperte due inchieste.
Il Tribunale fallimentare di Bologna ha accolto la richiesta della pm Antonella Scandellari e ha sancito il fallimento di Rimini Yacht, la societa’ di Giulio Lolli con sede amministrativa a Bologna e sede operativa a Rimini al centro di un’inchiesta che ipotizza diversi reati, fra cui corruzione e truffa. Sulla vicenda sono state aperte due inchieste. La Procura di Rimini indaga su una presunta maxi-truffa messa in piedi da Lolli, ancora latitante, accusato di aver venduto lussuosi yacht a piu’ clienti. La Procura di Bologna, invece, ha iscritto otto persone sul registro degli indagati. Insieme a Lolli ci sono 4 finanzieri accusati di corruzione perche’ avrebbero ammorbidito una verifica fiscale dietro il pagamento di una tangente da 220.000 euro. Poi ci sono amministratori o consulenti della societa’. Era indagato anche Angelo Cardile, 68 anni, generale della Finanza in congedo, ex membro del Cda di Rimini Yacht.
L’ex finanziere si e’ suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa durante la perquisizione domiciliare da parte dei suoi colleghi. A dare il via all’inchiesta bolognese era stata proprio una verifica fiscale. Per la pm Antonella Scandellari il buco lasciato da Lolli sarebbe di circa 50 milioni di euro.