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Commercio, San Marino apre agli spacci aziendali

da Redazione

E’ positiva la nuova Legge sul Commercio. Positiva almeno fino a che non si vedranno venire a galla eventuali limiti in fase di applicazione. Fixing, oggi in edicola, analizza in maniera approfondita e ragionata il testo della legge 130/2010, che apre ai forensi, una vera e propria rivoluzione copernicana. Altra novità importante del provvedimento, che valutata positivamente dal mondo dell’industria, è il via libera agli spacci aziendali.

E’ positiva la nuova Legge sul Commercio. Positiva almeno fino a che non si vedranno venire a galla eventuali limiti in fase di applicazione. Diciamo che, ad un’analisi approfondita del testo, l’ossatura del provvedimento pare ben strutturata. E coraggiosa, possiamo aggiungere, con la storica apertura anche ai forensi, che è una vera e propria rivoluzione copernicana. La nuova legge va a inquadrare il commercio elettronico, regola gli outlet, introduce (una vittoria per il mondo industriale che lo chiedeva da tempo a gran voce) gli spacci aziendali, e a quanto risulta a Fixing ci sono già diverse imprese pronte ad intraprendere questa strada. Il provvedimento punta anche sulla formazione professionale obbligatoria, per accrescere la professionalità degli operatori.
 

INDUSTRIALI SODDISFATTI: APERTURA AGLI SPACCI AZIENDALI

Il mondo dell’industria sammarinese da tempo chiedeva di poter aprire spacci aziendali all’interno della propria sede. La legge n.130 che regola il commercio va finalmente a dare una risposta a questa esigenza che, a quanto risulta a Fixing, riguarda già diversi gruppi sammarinesi.
Lo spaccio aziendale altro non è che un luogo in cui le imprese di produzione possono vendere al pubblico i prodotti di propria produzione, secondo predefinite regole e con le opportune limitazioni. In particolare, l’attività dovrà essere autorizzata dalla Commissione Commercio. La vendita dovrà svolgersi in appositi spazi, separati da quelli della produzione, comunque inferiori ai 300 mq., in orari e giorni limitati rispetto all’ordinario orario di lavoro svolto dal settore produttivo, per non più di 36 ore settimanali e non superando mai le 8 ore per ciascun giorno, comunque sempre in giorni feriali.


L’ARTICOLO COMPLETO SU FIXING OGGI IN EDICOLA

 

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