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L’occhio del maestro Cartier Bresson in una bella mostra a Brugnetto di Ripe

da Redazione

E’ stato definito l’occhio del secolo. Per la bravura a imprigionare in uno scatto, per l’eternità, persone, cose e fatti che hanno fatto la storia del Novecento. Il suo segreto? Semplice: “Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore”. Henri Cartier Bresson è ospite – ma solo sino a Ferragosto – a Palazzo Augusti dalle Cento finestre, in località Brugnetto di Ripe, vicino a Senigallia.

 

Di Alessandro Carli

 

E’ stato definito l’occhio del secolo. Per la bravura a imprigionare in uno scatto, per l’eternità, persone, cose e fatti che hanno fatto la storia del Novecento. Il suo segreto? Semplice: “Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore”.
Henri Cartier Bresson è ospite – ma solo sino a Ferragosto – a Palazzo Augusti dalle Cento finestre, in località Brugnetto di Ripe, vicino a Senigallia (tutti i giorni dalle 18 alle 24). Il corpus de “L’istante decisivo” (questo il titolo della mostra) è composto da circa 18 fotografie rigorosamente in bianco e nero, su cui capeggiano alcune immagini decisamente conosciute: dall’attimo catturato a L’Aquila a quello del ragazzo serbo in bicicletta che trasporta sulle spalle uno strumento musicale a corda, passando per la fotografia verticale (una delle ultime scattate da HCB) di Touileries, a Parigi, con un gioco di ombre davvero suggestivo e per la distruzione di NY.
La mostra presenta anche uno degli scatti più belli del padre della fotografia del Novecento: siamo nel Kashmir, alla fine degli anni ’40. Quattro donne di spalle, una sola è in piedi. Con un gesto delicatissimo, alza la mano verso il cielo, mentre la montagna risponde con una manciata di nuvole.
HCB, pur attraverso una minima eleganza formale, privilegia l’approccio documentario; ma non una documentazione analitica, bensì un documento istantaneo, istintivo, sintesi di una situazione colta velocemente nel suo divenire. Una percezione più umana che meccanica colta dall’occhio nel momento irripetibile in cui un evento si manifesta.
Il Maestro, come si può notare anche nella fotografia che ritrae il ragazzo serbo, non esita ad utilizzare immagini mosse o sfuocate, purché queste evochino l’esistenza di cui sono la proiezione. Una proiezione che si manifesta lungo un percorso compiuto, basato su 18 scatti di buona grandezza: una scelta molto misurata tra scatti orizzontali e verticali, che trasportano il visitatore dentro l’obiettivo della Leica.
La mostra – assai lodevole per qualità e eleganza – è patrocinata dall’assemblea legislativa delle marche del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio, dai comuni di Ripe e Senigallia, dal Musinf, dalla Fondazione Zamperetti, dalla BCC di Corinaldo e dalla cantina dei Conti di Buscareto.

 

LA FOTOGALLERY DELLA MOSTRA DI HCB

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