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Outing di Gatti dopo le dichiarazioni di Fantini

da Redazione

Allora Mario Fantini, ex amministratore delegato della Cassa di Risparmio di San Marino, aveva detto il vero. L’incontro a Palazzo Begni con due Segretari di Stato, la richiesta di quei 15 milioni in più da pagare per liquidare Sopaf da Delta che puzza di tangente. Ieri Gabriele Gatti ha fatto “outing” ed ha rivelato che l’incontro (peraltro registrato, di nascosto, da Fantini) c’è stato. Ma “è stato per il bene del Paese”, e sui vertici Carisp non c’è stata alcuna indebita pressione.

Allora Mario Fantini, ex amministratore delegato della Cassa di Risparmio di San Marino, aveva detto il vero. Alla procura di Forlì, nell’esposto presentato qualche settimana fa, e nell’intervista rilasciata lo scorso week end al quotidiano La Voce di Romagna.
Aveva parlato di un incontro a Palazzo Begni, registrato (di nascosto), con due Segretari di Stato, in cui si parlò di una cifra di 15 milioni di euro superiore a quella prevista per l’acquisizione delle quote di Sopaf in Delta, da far passare tramite una transazione in Lussemburgo.
Un invito che sembrò, a Fantini, la richiesta di una non (troppo) esplicita tangente per schiantare una situazione che stava danneggiando la Cassa di Risparmio, il Gruppo Delta e l’economia del Paese, sotto la pressione di non meglio identificati “poteri forti” della finanza italiana.
Una situazione inserita in uno scenario inquietante, che risale a oltre un anno e mezzo fa (come ha ricordato lunedì l’attuale Segretario di Stato alle Finanze Pasquale Valentini), che conferma indirettamente quanto molti danno ormai per scontato da tempo, ovvero che San Marino, con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi limiti, è presa in mezzo in una situazione troppo grande, il classico vaso di coccio tra i vasi di metallo, teorema indimostrabile per carità ma che trova sicuramente un’ulteriore indiretta conferma nella vicenda.

L’OUTING DI GABRIELE GATTI
Ma la notizia del giorno, a dire la verità, è un’altra. E riguarda l’outing di Gabriele Gatti, uomo forte della Democrazia Cristiana, ai tempi dei fatti Segretario di Stato alle Finanze. Uno dei due Segretari che invitarono Fantini a Palazzo Begni per illustrargli lo scenario in questione.
La conferma di Gatti è arrivata nella serata di ieri: “l’ho fatto per il bene del Paese” ha detto il Segretario dimissionario, che poi spiega: “Non c’è stata nessuna pressione indebita” sui vertici della Cassa di Risparmio.
“Ho operato esclusivamente nell’interesse della Cassa di Risparmio, e del Paese, nel tentativo di evitare tutte le problematiche che poi, nel concreto, si sono verificate", ha dichiarato alle agenzie stampa Gabriele Gatti. I fatti del resto erano stati tirati in ballo anche dal famoso Memoriale Ghiotti, cioè attribuito all’ex presidente della Cassa (dimissionato anch’esso quando era ai domiciliari preventivi nell’ambito dell’inchiesta Varano della Procura di Forlì) Gilberto Ghiotti.
"In questo momento non voglio entrare nel merito dell’operato del dottor Fantini e della sua correttezza", spiega Gatti all’agenzia Dire, riferendosi al fatto che l’ex ad dell’istituto sammarinese si era presentato a un colloquio con due segretari di Stato con un registratore nascosto. Piuttosto, "desidero sottolineare che nella mia veste di segretario di Stato per le Finanze ho operato esclusivamente nell’interesse della Cassa di Risparmio e nel tentativo di cercare di evitare tutte le problematiche che poi nel concreto si sono verificate".
E su cui si interroga Gatti: "Forse si sarebbero potute evitare, intervenendo pochi mesi prima del commissariamento di Delta e dell’arresto del dottor Fantini?".
Ma la risposta, anche oggi, non c’è. "Il governo, allora appena insediato – assicura l’ex Segretario alle Finanze – non poteva rimanere inerte di fronte ai gravi rischi che fin dall’inizio del 2009, e certamente anche prima, si stavano rivelando, non solo per la Cassa di Risparmio, ma per l’intero Paese". Su un altro punto invece Gatti non ha dubbi: "Di sicuro il commissariamento di Delta e gli arresti del dottor Fantini e degli altri dirigenti hanno arrecato danni terribili alla nostra Repubblica".
E qui l’ex segretario alle Finanze insiste: le vicissitudini giudiziarie dell’ex amministratore delegato dell’istituto "hanno pesantemente condizionato le relazioni con l’Italia. Forse, quindi, dovremmo chiederci perché il dottor Fantini non ha fatto nulla per cercare di evitare tutto questo".
Il consigliere Gatti si dice perciò "completamente d’accordo" sulla necessità di fare piena luce su queste vicende, "su come si può essere arrivati a una situazione così grave che ha messo in gravissima difficoltà l’intero Paese".
Prima di concludere, Gatti non si dimentica l’ultima tirata d’orecchie a chi lo ha tirato in ballo: "Ora – manda a dire – vorrei limitarmi solamente a ricordare che, mentre il dottor Fantini era agli arresti e si preoccupava delle proprie quote personali in Delta, tutte le forze politiche e l’intera Repubblica non solo si preoccupavano ma cercavano di lavorare, come lo stanno facendo tutt’ora, per superare il momento di gravissima difficoltà della Cassa di Risparmio e ridare credibilità al nostro Paese".

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