Una bomba è deflagrata nel week end. L’ha lanciata Mario Fantini, discusso e contestato ex Amministratore Delegato della Cassa di Risparmio di San Marino, che in un’intervista alla Voce di Romagna ha parlato dell’esposto alla Procura di Forlì presentato il 9 luglio scorso in cui ha riferito della “pressione” di due esponenti dell’esecutivo sammarinese per far pagare – in contanti e tramite transazione in Lussemburgo – 15 milioni di euro in più per acquistare la partecipazione di Sopaf in Delta. Una vera e propria tangente, che sta già arroventando l’estate della politica.
Mario Fantini, ex Ad della Cassa di Risparmio di San Marino, ha depositato un esposto alla Procura di Forlì lo scorso 9 luglio. Fantini l’ha raccontato in un’intervista rilasciata ad Antonella Zaghini della Voce di Romagna, lanciando chiare e precise accuse.
Secondo Fantini due rappresentanti dell’esecutivo di San Marino avrebbero chiesto nel dicembre del 2008 a Fantini di acquistare per un prezzo superiore di circa 15 milioni di euro la partecipazione di Sopaf in Delta. Le insistenze dei membri del Governo erano affinché la cifra venisse versata non attraverso i canali tradizionali direttamente a Sopaf, bensì (per contanti?) ad una società lussemburghese. Questo per evitare ripercussioni giudiziarie, racconta Fantini, in quanto nel mondo dell’alta finanza italiana c’era chi premeva parecchio per questa operazione.
Una tangente da 15 milioni di euro, lascia dunque intendere Fantini, anche se ciò che viene sottinteso è verso chi questa tangente sarebbe dovuta venire indirizzata. E poi c’è l’ormai famoso Memoriale Ghiotti (il presidente della Cassa di Risparmio, dimissionato durante il suo lungo periodo agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Varano partita dalla Procura di Forlì), né confermato né smentito, anche se ha girato parecchio per le redazioni dei giornali locali, in cui si paventavano scenari inquietanti.
Dopo l’intervista di Fantini si è, chiaramente, scatenato il putiferio. Per i Democratici di Centro “Non occorre essere degli esperti di finanza per comprendere come nell’ormai famosa vicenda Delta emergano situazioni inquietanti”, e chiede alla politica una immediata reazione, “perché venga fatta luce su questi avvenimenti che, assieme ad altre situazioni, hanno avuto peasnti influenze sulle sorti del sistema finanziario sammarinese”. Il Partito dei Socialisti Riformisti invece va giù ancora più duro, e afferma in una nota che “A Palazzo Begni si siano svolti incontri… indecenti”. Il Psrs inoltre ritiene che “l’autorità giudiziaria non possa esimersi dal fare piena luce sulla questione”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Tito Masi, Presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – Sums, che all’Informazione ha affermato: “Confido che si faccia chiarezza fino in fondo. In questi anni sono state diverse le scelte che lasciano molto perplessi e sulle quali bisognerebbe fare luce. Adesso è opportuno chiudere la vicenda Delta. Siamo nella fase finale e i Commissari, nel giro di poco, depositeranno l’accordo fra le banche. Una volta usciti da questa situazione sarà il caso di andare a vedere fino in fondo quello che è successo e cercare fino in fondo le responsabilità. Per fortuna stiamo voltando pagina e siamo in dirittura d’arrivo. Poi sarà opportuno andare a verificare operazioni passate e altre acquisizioni di società sulle quali fare chiarezza”.