Sono circa una ventina le aziende sammarinesi che hanno avanzato alla Segreteria Industria domanda di ampliamento. Una decina di esse si trova nella zona produttiva di Gualdicciolo-Galavotto, area inquadrata dal Piano Particolareggiato approvato nel maggio scorso. Anticipazione di San Marino Fixing, oggi in edicola.
Sono circa una ventina le aziende sammarinesi che hanno avanzato alla Segreteria Industria domanda di ampliamento. Una decina di esse si trova nella zona produttiva di Gualdicciolo-Galavotto, area inquadrata dal Piano Particolareggiato approvato nel maggio scorso. Di queste venti domande, alcune erano state avanzate tempo fa e probabilmente alcune di esse rientreranno perché le esigenze delle imprese che avevano fatto richiesta con la crisi e tutto il resto sono purtroppo mutate. Altre invece sono più recenti. La casistica è piuttosto varia, e gli organi di competenza valuteranno le singole domande una per una. Ma a scanso di equivoci – quando si parla di ampliamenti e di territorio è sin troppo facile incappare in strumentalizzazioni – la posizione del Governo è chiara, ed è stata espressa dai Segretari di Stato al Territorio, Giancarlo Venturini, e all’Industria, Marco Arzilli: c’è la necessità di declinare insieme tutela dell’ambiente e del territorio e sviluppo delle imprese, andando a disciplinare le aree produttive individuate dal Piano Regolatore Generale nel 1992 ed ubicate nei Castelli di Acquaviva, San Marino Città e Chiesanuova. Il fatto è che ci sono imprese che hanno fatto richiesta da ormai ben dieci anni. E il Segretario Arzilli, finalmente, garantisce che l’esecutivo sarà “un interlocutore che prenderà decisioni”. Basta tentennamenti, ha aggiunto. Ma chiaramente l’intenzione non è quella di dare vita ad una cementificazione selvaggia, e in quest’ottica sono previste prescrizioni volte a mitigare l’impatto ambientale delle volumetrie degli edifici produttivi sul contesto urbanistico esistente.
Il Comitato Tecnico Scientifico – spiega il Segretario Venturini – ha provveduto ad approvare, richiedendo agli stessi tecnici progettisti, l’elaborazione di uno Studio di Impatto Ambientale.
“Va sottolineato, in ogni caso, come l’utilizzo dei nuovi indici edilizi ed urbanistici sia subordinato all’approvazione di un piano aziendale che giustifichi l’esigenze di ampliamento delle volumetrie; in caso contrario potranno essere realizzati manufatti esclusivamente nei limiti precedentemente previsti”.